Lecce, Corte dei Rodi torni al decoro e alla legalità: mozione dei consiglieri Greco e Giordano Anguilla al Sindaco Salvemini

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Un particolare dello studio del prof. Mario De Marco

Lecce – Sono anni che Corte dei Rodi a Lecce, alle spalle di Via Duca degli Abruzzi, nei pressi di una delle sedi della Casa della Carità, vive nel degrado e nella illegalità. Spaccio e consumo di droga, risse, schiamazzi ed adesso anche irruzioni nelle altrui abitazioni.

Una situazione insostenibile che ha portato i consiglieri comunali leccesi Gianmaria Greco e Roberto Giordano Anguilla a presentare una mozione al sindaco del capoluogo salentino Carlo Salvemini.

Per i consiglieri di Prima Lecce e Fratelli d’Italia, Corte dei Rodi, come riportano anche le cronache più recenti, è soggetta ad episodi di violenza, furti e degrado. Da tempo i residenti segnalano un forte disagio, il degrado e l’insicurezza penalizzano dal punto di vista socio–economico le attività di zona. Inoltre nella mozione si evidenzia che lo studio del compianto prof. Mario De Marco, una biblioteca che, come noto agli studiosi leccesi, custodisce oltre 3000 volumi ed una ricca pinacoteca privata, (e dove per volere degli eredi e di tanti studiosi verrà realizzato un centro studi in suo ricordo), è stato oggetto di occupazione abusiva da parte di soggetti non ancora identificati.

I due consiglieri, dunque, hanno chiesto al Sindaco di farsi portavoce presso Questura e Prefettura affinché siano intraprese le azioni più opportune volte a garantire sicurezza e vivibilità nella zona, garantire e, se necessario, intensificare controlli da parte della Polizia Locale ed installare adeguati sistemi di videosorveglianza in Corte dei Rodi con funzione di prevenzione di atti criminali.

In una nota, anche la famiglia del Prof. Mario De Marco, attraverso i figli Chiara e Flavio, esprime gratitudine per la sensibilità dimostrata dai consiglieri Greco e Giordano Anguilla anche perché, scrivono, “il centro storico tutto ed anche Corte dei Rodi possono con un pochino di impegno, tornare ad un grado di civiltà”.