Dantedì, il ricordo del Sommo Poeta, 700 anni dopo la sua scomparsa

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“Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita” recita così  il celebre incipit del primo canto dell’Inferno dantesco. É proprio il 25 Marzo che ebbe inizio il viaggio di Dante nei tre regni dell’aldilà raccontato ne “La Divina Commedia” e sempre oggi, 25 Marzo, ricorre il “Dantedì”, giorno che celebra il Sommo Poeta della letteratura italiana e che quest’anno assume un carattere ancor più speciale, poiché cade in occasione del settecentenario della morte del padre della lingua italiana.

Si tratta di “una giornata per ricordare in tutta Italia e nel mondo il genio di Dante con moltissime iniziative che vedranno un forte coinvolgimento delle scuole, degli studenti e delle istituzioni culturali. Dante ricorda molte cose che ci tengono insieme: Dante è l’unità del Paese, Dante è la lingua italiana, Dante è l’idea stessa di Italia” dice il ministro Franceschini.

Tra le iniziative promosse troviamo: laboratori di realtà virtuale, videogiochi, app sulla geografia dantesca, declamazioni, versi in rap, endecasillabi cantati in coro, messi in campo dalle scuole italiane, destinati a essere pubblicati sui social con l’hashtag #Dantedì e a far parte del racconto animato lanciato dal Ministero dell’Istruzione.

Anche l’Accademia della Crusca, in collaborazione con UniCoop Firenze, ha preparato delle attività, come la mostra «Della nostra favella questo divin poema è la miglior parte». Dante e la Crusca, allestita nella Sala delle Pale e inaugurata il 23 Marzo, il cui intento è di ricostruire l’intenso e continuativo rapporto degli Accademici con l’opera e l’eredità linguistica di Dante.Inoltre, in data odierna sono stati presentati e inaugurati sul canale Youtube gli spazi interni dell’Accademia che sono stati appena riallestiti e dedicati allo studio di Dante, che ospitano ora un importante fondo bibliotecario e la redazione del Vocabolario dantesco, nato proprio in vista della ricorrenza del 2021 e frutto della stretta collaborazione tra l’Accademia e l’Istituto del Consiglio Nazionale delle Ricerche Opera del Vocabolario Italiano, i cui primi risultati sono già disponibili in rete e accessibili gratuitamente a tutti.

Inoltre, varie città italiane omaggiano il poeta con diverse celebrazioni, molte delle quali si svolgeranno sulle piattaforme e sui social. A Roma, Roberto Benigni reciterà il XXV canto del Paradiso nel Salone dei Corazzieri del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del ministro della Cultura, Dario Franceschini. Verona ha in programma letture, dialoghi, conferenze, video.  A Rimini si festeggia proiettando  sui Palazzi comunali nel cuore della città, le performance dei cento studenti di ventuno università dei cinque continenti che hanno recitato, live e in streaming, i versi di Francesca da Rimini nella lingua del loro paese. Firenze, città natale del poeta, ha organizzato vari eventi per onorarlo: è stato presentato il restauro del cenotafio del Sommo poeta, è stata inaugurata una scultura “Alberi in versi” a lui dedicata, inoltre, Venerdì 26 e Domenica 28 Marzo, la Galleria degli Uffizi terrà delle dirette Facebook per celebrare il poeta fiorentino.

Anche il nostro Salento onora il ricordo di Dante. Il comune di Andrano dedica due intere giornate a eventi volti ad approfondire il viaggio del poeta nell’aldilà e la sua personalità, tra passato, presente e futuro. Invece, Lecce ha omaggiato il poeta riproducendo dagli altoparlanti di Palazzo Carafa due file audio della Lectura Dantis di Carmelo Bene, il Canto V dell’Inferno  e il sonetto “Tanto gentile e tanto onesta pare”.

Il Dantedì – dice il professor Carlo Ossola – “permette di ravvivare ogni anno la memoria del Poeta, il cui ricordo è vitale per la stessa sopravvivenza della nostra identità nazionale”. Eppure, in Italia ogni giorno sembra essere il Dantedì. Il genio del Sommo Poeta è immortale. Egli è stato, è e sarà un punto di riferimento. I suoi versi, ciascuno dei quali sembra calzare a pennello nelle più svariate situazioni, sono entrati a far parte delle nostre vite e hanno ispirato grandi cantautori, come Antonello Venditti che, nel testo della canzone “Ci vorrebbe un amico” rielabora un verso del canto V della Divina Commedia “E se amor ch’a nulla ho amato,Amore, amore mio perdona” , Luciano Ligabue, che nel brano “Siamo chi siamo”cita il primo verso della Commedia: «Nel mezzo del cammin di nostra vita», o il maestro Franco Battiato, che nel brano “Testamento” dice la sua sul tema della metempsicosi citando i celebri versi dell’Inferno  «Fatti non foste per viver come bruti, ma per seguire virtude e conoscenza».

Ma Dante e la sua poetica sono riusciti a conquistare anche le generazioni più giovani. Basti pensare al rapper Tedua, amato dai giovanissimi, che ha rappresentato l’intero Inferno dantesco, sviluppandolo in un progetto musicale “Vita Vera Mixtape”, che anticipa l’uscita del suo nuovo disco, che si intitolerà proprio “La Divina Commedia”.

Dante è un esempio: ha sempre posto la sua opera al servizio della comunità, ha avuto un’etica del dovere ben salda, ha gettato le basi di quell’ideale patriottico che ha attraversato i secoli e le epoche. Attraverso la lettura delle sue opere, possiamo scoprire la complessità dell’animo umano, la nostra storia, le virtù italiche, il genio e una vaga e curiosa allegoria con ciò che noi stiamo vivendo, questa sorta di “Inferno” , con la speranza di poter un giorno ricordare la fine di tutto pronunciando le stesse parole dette da Dante intento ad abbandonare lo spazio infernale, “E quindi uscimmo a riveder le stelle”.