L’improvvisa e totale chiusura dovuta alle misure di contrasto alla pandemia di Covid-19 ha sottratto ai fruitori d’arte la possibilità di recarsi nei luoghi a loro cari. Poiché la cultura e l’arte non possono fermarsi è stata progettata ed allestita in casa del critico d’arte, scrittrice, giornalista ed editrice Pompea Vergaro, “La Vita Nova”.
Lei stessa ci racconta di questa nuova sperimentazione
Com’è nato il Progetto della mostra collettiva in questo periodo così difficile e sospeso?
Come ben dice, la Cultura e l’Arte non possono fermarsi. Intanto faccio un passo indietro quando, circa un anno fa, poco prima del lockdown, fui sollecitata da alcuni artisti a progettare una mostra. Già da qualche anno la Cultura respirava venti di crisi, vi era molta disattenzione e superficialità che si declinava in scoraggiamento.
Intanto arriva il Covid 19, rimaniamo chiusi, tutti immersi in giorni confusi. A settembre quando l’estate stava per lasciarci, decidiamo con gli artisti che bisognava darsi da fare e realizzare un Progetto. Così, mi sono messa all’opera con il loro sostegno! Quando era tutto pronto per allestire la Mostra collettiva ci siamo trovati impossibilitati a esporre le opere nei luoghi pubblici, per inequivocabile impedimento Covid. Ecco perché ho inteso fare questa nuova esperienza, sgorgata da un profondo e necessario desiderio di non fermarsi.
Come è avvenuta la scelta del soggetto da trattare?
L’esigenza di un rinnovamento toccava, già da tempo, un po’ tutti; da qui “La Vita Nova”con 9 artisti, 9 opere.Il titolo della Mostra è una parafrasi, una rielaborazione dell’opera dantesca “VITA NOVA” dove il Sommo Poeta, star del 2021, con la sua Opera compone nuovi versi “con un cuore e un desiderio nuovi, con nuova consapevolezza e sensibilità”. I nove artisti nelle loro opere hanno narrato un “Pensiero, tradotto in una Parola, effigiata nell’opera nella sua lettera iniziale” che l’Arte ha suggerito “nei giorni fragili del tempo sospeso” per catturare il senso intimo di ciò che accadeva per aprirsi al new normal. Così, l’opera pirografata di Silvana Bissoli ha proposto Fortezza; le opere pittoriche di Annamaria di Maggio, Fede; Francesca Malatesta, Speranza; Carlo Massimo Franchi, Resilienza; Irma Dongiovanni, Amore; Anna Frappampina, Respiro; Luigi Latino, Equilibrio; Marco Verrico, Carità, e il fotografo Enzo Turicchia, Tempo. Si è costituito uno staff sia letterario che musicale, imprescindibili compagni di viaggio nelle mie mostre, con la collaborazione degli attori: Annamaria Colomba e Massimo Romano; della pianista Annamaria Mazzotta e del soprano Chiara Scatolino; del sassofonista Luigi Zitano. E nata poi l’esigenza di realizzare dei video professionali per utilizzare al meglio la comunicazione con i nuovi strumenti digitali. Da qui la preziosa e competente collaborazione del Responsabile Multimediale Mauro Colella.
La mostra ora è sospesa per le restrizioni pandemiche. Nei mesi scorsi è stata visitata: ingresso contingentato esclusivamente su prenotazione. Ci parli di quei momenti
Sì, la mostra si è potuta visitare con due appuntamenti settimanali concordati dal mese di gennaio fino a marzo, sempre in numero adeguato al regolamento Covid. Al momento siamo obbligati a restare fermi, sempre per le circostanze Covid. Abbiamo vissuto momenti unici ed emozionanti insieme agli ospiti che raggiungevano Casa Mia. Con loro facevo un percorso critico lungo le opere, poi, la poetessa e attrice Annamaria Colomba offriva una performance letteraria e, a volte, ci raggiungeva anche l’attore Massimo Romano. La serata si concludeva con caffè e pasticcini in un ambiente confortevole e intimo. Attendiamo una riapertura non appena la pandemia ci permetterà di poterlo fare.
La pandemia ha comportato una sospensione dell’Arte, lei come si immagina la ripresa?
Con nuove formule tutte da sperimentare, giorno dopo giorno, come questa mia esperienza con “La Vita Nova”. Viviamo un periodo rivoluzionario di profondo mutamento sociale, economico, culturale e umano. Per questo al momento non vedo chiari orizzonti…
Di fronte ad una “realtà diminuita” mentre il virus declina ogni cosa seguendo “i suoi tempi”, che messaggio vuole dare come critico d’arte?
Viviamo nel pieno di condizioni di instabilità e precarietà, e inevitabilmente molte dinamiche socio culturali cambieranno, è nell’ordine delle cose, ma è troppo presto per dirlo. Di sicuro sappiamo che l’Arte deve continuare il suo cammino, viverla è respiro e nutrimento.
Materiali virtuali attraverso social e siti stanno in questo periodo pandemico sopperendo all’emozione conoscitiva di trovarsi di fronte ad un’opera pittorica. Le sensazioni e le emozioni vengono mortificate o quanto meno smorzate. Cosa ne pensa a riguardo?
Quanto asserisce è agli occhi di tutti. L’ideale è trovare una via di mezzo. Al momento, seguiamo l’onda per poi virare e usare entrambi i mezzi. Il progresso non si può fermare, l’importante è non perdere di vista il bene più prezioso che è la nostra Umanità! Dobbiamo percorrere nuovi sentieri e dobbiamo usare nuovi linguaggi e fornirci di nuovi equipaggi di cui ancora non abbiamo le idee chiare, ma sappiamo che questa sarà la strada che ci permetterà, se lo vogliamo veramente, di cambiare rotta verso terre migliori …
Qual’ è il messaggio poetico ed artistico delle opere?
Dobbiamo attraversare questo tempo sospeso chiedendo sostegno all’Arte e agli artisti e a un loro costante impegno, ma anche alla letteratura, alla musica e a ogni forma culturale. L’Unico ed esclusivo messaggio poetico e artistico che intravedo nelle opere è l’Amore e l’urgenza di riappropriarsi del Contatto. L’Arte se non vive del nostro sguardo e dello scambio del respiro di entrambi non ha ragione di esistere