Anche quest’anno nel territorio salentino si è ripresentata un’atavica problematica irrisolta, ovvero quella degli incendi. Il fenomeno si manifesta, puntualmente, in prossimità del periodo estivo. Sono migliaia gli ulivi bruciati da maggio ad oggi in provincia di Lecce, nei terreni abbandonati e incolti con alberi secchi per via della Xylella, erbe e sterpaglie di ogni genere.
Spesso sono incendi che si propagano nelle giornate ventose provocando pericoli e disagio per gli automobilisti e i cittadini che abitano in prossimità delle aree colpite, inoltre le alte temperature contribuiscono ad accrescere ed alimentare l’increscioso il problema.
In Salento la questione “roghi” ha iniziato a dilagare agli inizi di maggio; i Vigili del Fuoco del Commando Provinciale sono stati impegnati a domare gli incendi divampati da nord a sud nel Salento: trenta sono stati gli interventi in una sola notte, centinaia le richieste di aiuto giunte nella sala operativa di viale Grassi a Lecce e nelle sedi distaccate: da Campi Salentina sino ad arrivare a Taurisano. I roghi accesi nelle campagne per bruciare rami e fogliame sono una forte preoccupazione per il rischio di incendi, come i fatti di cronaca spesso raccontano, anche per le conseguenze delle polveri sottili rilasciate durante la combustione, in grado di rimanere a lungo nell’aria e percorrere grandi distanze.
Oltre al patrimonio olivicolo drammaticamente compromesso è incalcolabile il danno d’immagine al nostro Salento con gravi ripercussioni anche sul Turismo. A prescindere dagli incendi dolosi, vi è purtroppo anche una pratica agricola molto antica che consiste nel bruciare direttamente nei campi gli avanzi di potature e residui vegetali in genere; bruciare le sterpaglie e il fogliame non è mai sembrato un reato e tantomeno un pericolo.
Con la Legge Regionale 38/2016 sono stati definiti gli obblighi e i divieti finalizzati a prevenire e contrastare l’innesco e la propagazione di incendi boschivi per la salvaguardia dell’incolumità pubblica e privata, degli ecosistemi agricoli e forestali e per la riduzione dell’emissione di anidride carbonica nell’atmosfera. Pochi giorni fa si è assistito all’ennesimo scempio, in fiamme 2500 alberi di ulivo nella Tenuta Monicelli, sulla Lecce-Torre Chianca.
Nelle campagne di Copertino, le fiamme hanno travolto 500 ulivi secolari colpiti da xylella, gli alberi già eradicati, dovevano essere tagliati. “Troppi incendi; abbiamo bisogno di più mezzi e uomini “ribadiscono i Vigili del Fuoco leccesi visto il susseguirsi dei roghi e la drammaticità della situazione. Solo nel mese di maggio sono state stimate 60 chiamate al giorno e 400 interventi. I Sindacati denunciano: i Vigili del Fuoco devono quotidianamente misurarsi con mezzi usurati e insufficienti e con personale esiguo. Per far fronte all’incendio divampato nella Tenuta Monicelli, le squadre leccesi hanno dovuto chiedere l’aiuto e l’intervento ai comandi vicini: Taranto e Brindisi.
Secondo l’UILPA le cause di aumento degli incendi sono da attribuirsi principalmente allo stato di abbandono in cui versano i terreni pubblici e privati gremiti da sterpaglie di ogni genere. Si auspica che i Comuni lavorino affinché possano garantire la salubrità dell’ambiente e la pulizia delle campagne che soprattutto nel periodo della pandemia sono state trascurate, ottemperando a quelli che sono gli obblighi di prevenzione e controllo.