Dal patrunu a strazza camisa: i giochi tradizionali del Salento

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Fino a qualche anno fa intrattenersi per strada con giochi tradizionali alla portata di tutti era un’abitudine consueta. Passare il tempo giocando in compagnia degli amici era infatti un modo per stare insieme, condividere gioie e dolori della vita e naturalmente staccare dalle attività quotidiane per godersi un po’ di sano svago. Fino alla metà inoltrata del secolo passato tra i più piccoli andavano per la maggiore il tuddhri, il gioco dei lapuni, lu curuddrhu e mazza e mazzarieddrhu mentre già in età adolescenziale si iniziava a fare sul serio e subentravano altre attività ludiche come le bocce, il patrunu e la strazza camisa.

Le nuove generazioni sembrano tuttavia poco permeabili alle vecchie tradizioni anche perché con l’arrivo di internet e la diffusione di tablet, smartphone e laptop i giovani preferiscono intrattenersi online e specialmente gli amanti del tavolo verde prediligono i casinò digitali dove tra tavoli da blackjack, slot machines simili a videogame e sale dedicate all’hold’em si dilettano sfidando contendenti da tutte le parti del mondo.
Ad ogni modo ad esempio il patrunu, noto anche come strazzatella, è ancora abbastanza diffuso anche tra i giovani che imparano dagli adulti l’antica arte di non rimanere all’urmu, ovvero all’asciutto. Un gioco tipico da cantina nel quale i partecipanti cercano di bere il più possibile senza pagare il conto lasciando per l’appunto senza bevute (o all’urmu) il gonzo di turno che spesso finisce anche per sborsare cifre importanti per la gioia della compagnia. A gestire il gioco è un patrunu che ha il compito di scegliere a suo piacere a chi passare il bicchiere ed elegge un sotto padrone che di fatto è l’unico tra i presenti a potersi opporre alle scelte del “tiranno” di turno. Strazza camisa è un altro classico da cantina ed è rimasto uno dei protagonisti tra i giochi di carte in uso nel Salento soprattutto durante la stagione del Natale. Un passatempo semplice dettato più dalla casualità che dall’abilità dei singoli giocatori nel quale dominano le carte dall’asso al 3 di tutti i semi. A turno i partecipanti che hanno ricevuto un mazzetto di carte, sono chiamati a metterne una sul tavolo seguendo l’ordine di distribuzione. Qualora capiti una delle carte dominanti il giocatore successivo è obbligato a gettare sul tavolo un numero di carte corrispondenti al valore della dominante. Se non esce un’altra dominante il giocatore può riscuotere le carte presenti sul tavolo mentre in caso di risposta con una dominante sarà il giocatore successivo a doversi difendere dal depauperamento del suo bottino di carte. Vince il giocatore che accumula tutto il mazzo con questo sistema.

Asu Ka fuce o saltacavallo è un altro protagonista assoluto dell’intrattenimento da cantina e in particolare del periodo natalizio. In questo caso una volta distribuite le carte (una per partecipante) il primo giocatore di mano (di solito alla sinistra del mazziere) deve decidere se cambiare la carta o bussare, un gesto che indica la volontà di giocarsi le proprie probabilità di vincita con la carta che ci si ritrova in mano. Allo show down chi ha la carta più bassa viene eliminato. Il gioco prosegue fino a che non resta un solo partecipante.
Questi giochi caratteristici sono ancora più apprezzati con i mazzi salentini, l’ennesima variante regionale sul tema delle carte da gioco. Ad aver avuto l’idea il laboratorio creativo B22 con la collaborazione della casa editrice salentina Kurumuny. In questi mazzi i semi tradizionali delle napoletane come le coppe, i bastoni, i denari e le spade sono sostituiti dai simboli che caratterizzano il territorio e la cultura salentina e dunque rispettivamente le brocche, i lecci, le tarante e le zappe. Anche le figure dal fante al re hanno forma e costumi diversi e così al posto dei cavalli ci sono gli asini mentre al posto dei re è possibile trovare i santi. Anche il retro delle carte è finemente decorato con una pregiata grafica ispirata ai soffitti decorati della cattedrale di Otranto.