In memoria di Mario De Marco: il 6 settembre scorso un incontro in ricordo dello studioso scomparso un anno fa

1
343

Lecce – Prende corpo un sogno, è riportato in vita l’essere nella sua essenza di figura imponente della cultura dei nostri tempi: il Prof. Mario De Marco, novolese d’origine, scomparso un anno fa. La sua memoria, osannata dall’intellighenzia locale, nella suggestiva cornice della Pinacoteca “Caracciolo” dei Frati Minori a “Fulgenzio” a Lecce, a cui hanno preso parte, fra gli altri, l’ex provveditore agli studi, Fabio Scrimitore, lo storico già ex dirigente scolastico a Novoli, Gilberto Spagnolo, e il prof. Luigi Spanò, artista di indiscussa fama e docente presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce.

Ad aprire i lavori il moderatore e direttore di Paisemiu, Antonio Soleti, lì presente anche in veste di Vice Presidente dell’Associazione Nova LiberArs che, insieme al Centro Studi Mario De Marco, ha organizzato l’evento.

Il video introduttivo presenta la sequenza di immagini di opere architettoniche autoctone che fanno da salotto alla prolusione dei professionisti ospiti, dietro ad un sottile sottofondo di musica folkloristica. Ad arricchire il filmato i contributi d’affetto della dirigente del liceo “Palmieri”, Loredana Di Cuonzo, l’architetto Mario Cazzato, la giornalista Leda Cesari: tutti hanno avuto parole di lode miste ad emozione per l’autorevole storico che ha lasciato un’impronta immortale.

In apertura della conferenza, i saluti di Elvino Politi, responsabile del servizio fruizione della Pinacoteca Caracciolo, novolese anch’egli, ex alunno del prof. De Marco, che si affretta ad affermare che il posto ospitante del rendez-vous “incarna l’anima del prof. De Marco”, poiché, aggiunge “appartiene a tutto il Salento”.

Fabio Scrimitore ricorda il compianto prof. De Marco non soltanto come storico ma anche un insegnante a caratteri cubitali, per la sua “volontà ontologica di essere stato anche un operatore sociale della sua disciplina”.

Gli fa eco Luigi Spanò ricordando la qualità  rara di De Marco di “possedere se stesso”, l’artista illustra cioè una delle tante virtù dello studioso “il piacere di vivere la sua interiorità da solitario e di essere così egoisticamente altruista detto in maniera paradossale”. E quindi di “fare arte” lontano dal rumore del mondo salvo poi restituirla al mondo.

A chiudere la rosa dei relatori è il prof. Gilberto Spagnolo, al quale il moderatore si rivolge lanciandogli una provocazione relativamente al ruolo rivestito da taluni esponenti della cultura locale ovvero se fra loro sia esistita o no una qualche forma di competizione “su chi ne sapesse di più o di meno”.

“C’è stata sicuramente una competitività e partecipazione cultural-emotiva”, ricorda Spagnolo, rievocando antiche vicende risalenti al 1980, allorquando Spagnolo e De Marco si conobbero e successivamente, proprio Mario De Marco curò il suo libro “Storie di Novoli e approfondimenti”; l’ex dirigente scolastico non dimentica, poi, di aver collaborato per lungo tempo alla redazione e pubblicazione della storica rivista “Lu Lampiune”. Il tutto sempre accompagnato da un rispetto di base e sostanziale che ha rappresentato la bussola nel rapporto di colleganza.

A concludere la serata è il figlio Flavio De Marco, filosofo e giornalista, narrando aneddoti sulla vita del padre, figura poliedrica di cui non può non ricordare la rigorosità con se stesso e l’inclinazione a non “intrappolarsi” in un inquadramento teorico-filosofico. Il giovane De Marco rivela l’interesse di Mario De Marco rivolto alla massoneria, alla Terra d’Otranto e, non ultimo, al fatto di essere stato precursore e divulgatore del fenomeno del tarantismo. E pertanto non appare affatto peregrina la frase di Antonio Soleti secondo il quale “è un impegno morale, da parte di chi ha conosciuto il Professore, doverlo onorare”, soprattutto salvaguardandone la custodia della sua produzione enciclopedica (si contano infatti almeno 200 libri scritti, senza considerare la miriade di articoli, interventi e conferenze tenute dal compianto Mario De Marco, nel corso della sua esistenza in vita).

Sarà questo – ma non solo questo – l’impegno del neo costituito “Centro Studi Mario De Marco” fortemente voluto dalla famiglia e dallo stesso Flavio, in primis, essendone lui stesso promotore e curatore di tutto quanto attiene all’attività che il nuovo soggetto culturale andrà promuovendo nel corso dei prossimi anni.

Psicologa e Giornalista Pubblicista

1 COMMENTO

  1. Anch’io nella mia università elementare di serie A ho avuto come Maestro il Prof. Gregorio Vetrugno Novolese, mi sono sempre chiesto chi fosse stato il Maestro di Elvino Politi oggi l’ho scoperto. Elvino è una persona che a contatto con i visitatori li tranquillizza trasmettendogli la sua bravura dovuta ad una approfondita conoscenza del Salento e non solo. Mi associo al ricordo del compianto Novolese Prof.De Marco.
    Buon lavoro vi invio un saluto da Torino Ersilio Teifreto classe 47

LASCIA UN COMMENTO

Per favore scrivi un commento valido!
Inserisci il tuo nome qui

Convalida il tuo commento... *

CONDIVIDI
Previous articleSettembre musica nel Salento
Next articleIl senso dell’invidia