Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo (3,1-3)
Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro.
Vedere l’amore di Dio non è da tutti. Eppure per noi cristiani è realtà che ci appartiene.
I nostri occhi, da quando sono stati lavati nel lavacro della rigenerazione che è il battesimo, sono abilitati a sguardi che superano i limiti degli orizzonti del mondo e in questi ammiccamenti che oltrepassano le galassie del tempo non tempo e dello spazio non spazio hanno la possibilità di lasciarsi folgorare da una scintilla dell’amore di Dio.
Non saprei bene decidermi se per amarci Dio abbia deciso di renderci figli oppure ci ama perché figli. Non vorremmo certamente scomodare la teologia sull’unicità della figliolanza che spetta a Cristo Gesù ma credo che non susciteremmo nessuna gelosia di sorta se è vero che tutta l’avventura sulla terra della seconda persona della Trinità abbia avuto come obiettivo renderci figli del Padre, come Lui è Figlio. Insomma, santi come Lui è Santo.
Di questa figliolanza possiamo fare esperienza. Della paternità e maternità di Dio possiamo avvertire i riverberi. Dove quest’ amore grande ci porterà, non possiamo dirlo. Semplicemente guardando i santi possiamo presupporre e immaginare che tra i crocicchi delle nostre vie contorte c’è una strada che porta dritta al Cielo ed è strada pensata per noi.
Non è strada di morte e separazione, di lacrime e dolore: è strada di corse che accendono desideri di felicità. È strada lungo la cui traiettoria piedi e mani di fratelli e di sorelle si sfiorano, magari si pestano, certamente s’intrecciano per formare arcobaleni viventi che congiungono la Terra al Cielo.
In questo andare una garanzia: la presenza di Gesù. È Lui che si manifesterà a noi e chiederà a noi di seguirlo. E dietro Lui, infatti, la certezza di una meta possibile, di una meta che se anche oggi non riusciamo ad immaginare è il motivo per cui da prima della creazione del mondo siamo stati pensati e chiamati all’esistenza.