Il culto di Sant’Antonio Abate fiorisce e rinasce ogni anno anche a Trepuzzi, dove tra l’altro per 365 giorni è esposto l’antico affresco raffigurante il suo ritratto visibile da chi passa all’esterno nella sua cappella di Corso Umberto. La sacra effigie ripropone in particolare a metà gennaio la festa valorizzata altresì grazie al gemellaggio con la città di Novoli, patria illustre e storica del Santo Patrono, Antonio.
In periodo di covid, già in quest’ultimo biennio le funzioni religiose si tengono a pochi passi a piedi dalla Chiesa Madre, dove lunedì 17 gennaio alle ore 10,30 sarà celebrata la Santa Messa in suo onore. E proprio in questo momento critico è d’uopo rivolgersi al Santo degli Antoni, il primo degli Abati, il Santo della Tebaide, l’anacoreta che si difese strenuamente avendo la meglio sul demonio. Attualissima la sua presenza nel credo dei suoi devoti che lo invocano affinché combatta il corona virus, in questa globale pandemia dove mirabile può essere l’intercessione di un Santo come lui, i cui tanti discepoli fecero sì che si chiamasse Padre dei monaci. Il suo puntuale fuoco può rischiarare le anime ottenebrate da tentazioni moderne e proteggere dalle quotidiane barbarie i più deboli e favorendo pure i movimenti degli animalisti. Al cospetto del suo simulacro si chiedono grazie e rinnovano i voti. Consci davvero che il Santo d’Egitto riconosca come dimora un cosmopolitismo apprezzato in particolare dai giovani, spettatori incantati da questo evento di immensa fede luminosa.
I trepuzzini offrono tripudi, affetto e tante preghiere ad un Santo che da lassù guarda, osserva e che farà a meno degli assembramenti, ma penserà appunto di sciogliere i nodi virulenti aprendo ad una realtà che vincerà la solitudine, le paure e le restrizioni del tempo.