Approda a Lecce la nuova serie Netflix “Briganti”

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Netflix, colosso dello streaming mondiale, ha scelto il capoluogo salentino come set per alcune riprese della serie tv “Briganti”. Così definiti nell’Italia post unitaria, si tratta di cittadini comuni e soldati dell’esercito borbonico che rifiutarono di confluire nell’esercito sabaudo, per combattere con lo scopo di liberare il Sud dall’invasione piemontese e restaurare lo stato delle Due Sicilie. Quella che fu una guerra civile tra due fazioni contrapposte è passata alla storia come lotta al brigantaggio, sminuendo così la resistenza di chi era fedele al governo borbonico o, in ogni caso, era contrario all’annessione del Mezzogiorno al Piemonte.
“Briganti” è, in maniera più precisa, un racconto tutto al femminile ispirato a personaggi realmente esistiti nell’Italia postunitaria. La storia narrata è incentrata sulla figura di Filomena Pennacchio, celebre brigantessa nata a San Sossio Baronia, in Irpinia, che sposò da giovane un impiegato della cancelleria di Foggia, un uomo dispotico e violento, che la donna uccise conficcandogli in gola uno spillo d’argento. Per non finire in prigione si diede alla fuga e nei boschi di Lucera incontrò il brigante Giuseppe Caruso con cui ebbe una relazione, abbracciandone anche gli ideali e la lotta contro i piemontesi. Filomena Pennacchio conobbe anche Carmine Crocco, il generale dei briganti, combattendo al suo fianco.
Non solo Filomena Pennacchio, lo sguardo di Netflix si posa anche su Michelina De Cesare e Maria Oliverio, nota come “Ciccilla”, altre due famosissime brigantesse, la prima campana e la seconda calabrese. Michelina, elemento di spicco di una banda di briganti campani, morì per mano dell’esercito italiano che violò il suo corpo senza vita esponendolo nudo in piazza; Ciccilla invece fu catturata, dapprima condannata alla pena di morte e in seguito deportata nel Forte di Fenestrelle, una sorta di lager ante litteram dove il governo unitario rinchiudeva i ribelli.

“Briganti” ricostruirà in parte  proprio queste storie, seguirà la trasformazione di Filomena da moglie obbediente e sottomessa a brigantessa “per necessità”; vedremo la donna, braccata e in fuga, cercare riparo nei boschi, dove incontrerà una banda di briganti pronti a tutto. La sua determinazione e astuzia le salveranno la vita e, unendosi a loro, deciderà di ridare al Sud quel che gli è stato rubato: l’oro di Garibaldi. Sul suo percorso incontrerà due donne formidabili, Michelina e Ciccilla, a volte alleate e a volte nemiche, altrettanto determinate e imprevedibili.

La serie è prodotta da Fabula Pictures e scritta dal collettivo Grams (composto da Giacomo Mazzariol, Re Salvador, Antonio Le Fosse, Marco Raspanti ed Eleonora Trucchi), i quali per Netflix hanno già realizzato le tre stagioni di Baby e Suburra. Durante le riprese, che si protrarranno da Febbraio fino a Giugno, la troupe girerà alcune scene all’interno dell’ex complesso Agostiniani e precisamente all’interno della cisterna d’acqua sita nel chiostro. La casa di produzione cinematografica ha chiesto all’Amministrazione Comunale l’autorizzazione ad effettuare le riprese che si svolgeranno in due giornate. Ma non solo, nel casting avviato nei giorni scorsi si parlava anche di location come Melpignano, Brindisi, Nardò e Altamura.

Nella presentazione ufficiale, la serie viene descritta come “Un racconto moderno, epico e pieno d’azione. […]in Briganti un fenomeno così radicatamente maschile nella memoria storica italiana è declinato e reinventato secondo l’inedito sguardo femminile di Filomena, Michelina e Ciccilla” Briganti offre, quindi, uno sguardo sul brigantaggio dal punto di vista di femminile. Quella lotta per restituire al Sud l’oro di Garibaldi, non è stato infatti un fenomeno prettamente maschile, ma ha coinvolto numerose donne,fiere di combattere per se stesse, per la propria terra e per l’indipendenza del Sud, attive protagoniste di un moto rivoluzionario, capaci di conquistare l’ammirazione dei popoli del Mezzogiorno e di lasciare un messaggio che nel tempo le ha rese protagoniste di una epocale sconfitta e di una amara unità.