Famiglie senza confini: a Bari un fulgido esempio di progettualità per minori stranieri non accompagnati,

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Essere un Minore Straniero Non Accompagnato presenta in sé una situazione di fragilità dovuta allo status di minorenne e alla condizione di non accompagnamento di una figura genitoriale che possa garantirne la tutela e la cura.

Le varie esperienze migratorie sono accomunate da vissuti di separazione dalla famiglia, di angosciosi pericoli e profondo senso di solitudine. Il viaggio per giungere nella terra del sogno e della “sistemazione” è spesso pieno di pericoli, dura diversi mesi e, anche una volta arrivati in Italia o altre nazioni, su traballanti barconi, il lungo periodo di privazioni ha già lasciato un segno indelebile nella loro mente e nel loro cuore. Tanti ragazzi sono traumatizzati, con segni di violenza fisica sul corpo, segni di fragilità psicologica, senso di abbandono. Accogliere significa tendere la mano a un ragazzino che ha fatto la scelta del “male minore” nell’affrontare tutti i pericoli per la propria stessa vita; il male minore perché ciò che stava vivendo nella sua terra di origine è addirittura ancora più terribile. Le condizioni di povertà estrema, di guerra, di violenze sono i  motivi che spingono i ragazzi a lasciare la loro famiglia.

L’Assessorato al Welfare del Comune di Bari ha avviato dal 2018 il Progetto Sperimentale denominato “Famiglie Senza Confini” dedicato a minori stranieri non accompagnati e neomaggiorenni già accolti nelle strutture di accoglienza per minori, Comunità educative e strutture afferenti alla rete SAI ex SIPROIMI/SPRAR (Sistema di Accoglienza Integrata) in carico al Servizio Sociale Professionale del Comune di Bari.

Il Progetto “Famiglie senza confini” supera la classica accoglienza all’interno delle Comunità per minori e fa un passo avanti consentendo, parallelamente all’accoglienza in Comunità, l’accoglienza dei ragazzi presso famiglie disposte a prendersene cura.

L’Assessora alla città solidale ed inclusiva del Comune di Bari, dott.ssa Francesca Bottalico è stata più volte protagonista di progetti di innovazione fungendo spesso da apripista e osando anche là dove non vi erano esempi di progettazione già avviata in altri Comuni d’Italia.

I Minori Stranieri Non Accompagnati e Neomaggiorenni accolti nell’anno 2021 dal Comune di Bari presso le Comunità educative in convenzione con il Comune o presso le strutture afferenti alla rete SAI sono oltre 200. I Minori e le famiglie affidatarie vengono accompagnate in un percorso individualizzato, teso a garantire l’effettiva tutela dei ragazzi. Un vero cambiamento, un nuovo approccio alla tematica dei migranti, un nuovo modo di concepire l’inclusione.

Abbiamo intervistato due esperte Assistenti Sociali, la dott.ssa Antonella Bacchi che è Posizione Organizzativa dell’Ufficio Sportello Sociale della Ripartizione Servizi alla Persona del Comune di Bari che in particolare si occupa della popolazione non residente inclusi migranti adulti e minori stranieri non accompagnati e la dott.ssa Miriana De Astis, Assistente Sociale Specialista presso il Comune di Bari.

Dott.ssa Bacchi, quali sono le modalità di accoglienza di un MSNA che arriva in Italia?

Il sistema di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati è disciplinato dal decreto legislativo n. 142 del 2015 che prevede una fase di prima accoglienza in strutture governative ad alta specializzazione e un’accoglienza di secondo livello nell’ambito del SAI (ex SIPROIMI), adeguatamente potenziato o in caso di indisponibilità di posti nelle Comunità educative per minori (art 48 del RR 4/2007).

Nella prima accoglienza assicurano, per il tempo strettamente necessario, comunque non eccedente i 30 giorni, servizi specialistici finalizzati al successivo trasferimento dello stesso in centri di secondo livello del SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione), già SIPROIMI, con progetti specificamente destinati a tale categoria di soggetti (art. 19, comma 1 e 2, D.Lgs. 142/2015).

La seconda accoglienza, prevista nell’ambito della rete SAI fornisce al minore in misura graduale e attraverso progetti gli strumenti per raggiungere la propria indipendenza lavorativa, sociale e culturale.

Dott.ssa Bacchi quali sono i parametri di valutazione per capire quale possa essere la famiglia giusta per un ragazzo?

Per ogni singolo beneficiario è previsto un progetto educativo individualizzato che parte dall’anamnesi sociale dello stesso e contenga gli obiettivi e i tempi del suo percorso di integrazione sul territorio. I minori e i neomaggiorenni vengono ascoltati e sulla base delle loro peculiarità, inclinazioni e risorse si attivano i percorsi di inclusione sociale, culturale, lavorativa e le specifiche progettualità quali Famiglie Senza Confini.

Per quest’ultima in particolare, si è costituita un’equipe ad hoc composta da un ‘Assistente Sociale dello Sportello Sociale,  e una Psicologa del Servizio di Affidamento Familiare che il Comune di Bari ha in appalto con una Cooperativa.

Le fasi che portano all’avvio della progettualità di Famiglie Senza Confini, nel corso di questi anni si sono strutturate in tal modo:

  • Vengono organizzati incontri informativi periodici presso le strutture di accoglienza dei minori in forma plenaria; tale modalità permette ai minori e ai neomaggiorenni di essere informati di tale possibilità e grazie al gruppo dei pari sentirsi maggiormente liberi di fare delle domande in tale sede o in una sede separata. Abbiamo riscontrato nel corso di questi anni che le progettualità già avviate da parte di ragazzi precedentemente coinvolti permettono a ragazzi arrivati nelle comunità più tardi di conoscere il progetto partendo dall’esperienza diretta dei loro coetanei che raccontano i loro vissuti con la famiglia/ l’adulto di riferimento con parole ed esempi semplici. Questo ha fatto si che nell’ultimo periodo sono i ragazzi stessi a proporsi per avere la possibilità di entrare nel Progetto.
  • Successivamente vengono svolti con i ragazzi colloqui psico- sociali con l’equipe menzionata, durante i quali si raccolgono le caratteristiche dello stesso, particolari esigenze e aspetti specifici che orienteranno la fase del matching con la famiglia/ adulto accompagnatore.
  • Gli incontri sono realizzati in accordo e in sinergia con gli attori che ruotano intorno al minore ( tutore, responsabile di comunità, assistente sociale di riferimento,..)
  • Le famiglie e le persone singole maggiorenni disponibili all’accoglienza di minori presentano domanda su apposito modello disponibile sul Comune di Bari all’indirizzo PEC: minoriefamiglie.comunebari@pec.rupar.puglia.it

per la “Candidatura ad avviso pubblico – famiglie e adulti accoglienti”. E vengono coinvolti in un percorso di formazione ad hoc a cui fanno seguito colloqui psico- sociali con l’equipe di progetto al fine di stabilire le peculiarità della famiglia, la disponibilità e le motivazioni;

  • A questo punto minore e famiglia/ adulto avviano la conoscenza in un primo incontro semi- strutturato: un primo momento si realizza presso un luogo neutro, solitamente presso lo Sportello Sociale, alla presenza degli operatori che facilitano la presentazione reciproca e propongono loro di fare una passeggiata per conoscersi meglio, successivamente si fa ritorno in Ufficio per la restituzione e una prima calendarizzazione dei prossimi incontri.

Nell’operatività del progetto chiediamo alla dott.ssa De Astis se sono previsti momenti di monitoraggio? Cosa avete riscontrato?

Il monitoraggio è uno strumento essenziale di Famiglie Senza Confini che coinvolge gli operatori di Comunità ove il ragazzo è accolto, l’assistente sociale di riferimento, il tutore e l’equipe di progetto. 

Sono previsti specifici incontri che mirano a stabilire l’andamento della conoscenza e gli obiettivi e tempi della stessa. In particolare, ad un mese dai primi incontri è previsto un momento in cui tutti gli operatori si ritrovano per formalizzare un patto di accoglienza con tempi, modalità degli incontri, obiettivi e momenti di verifica.

Normalmente si tende a concludere il percorso a 12 mesi dall’avvio, in quanto obiettivo finale dello stesso è la creazione di un legame educativo – affettivo per il minore che vada oltre l’aspetto istituzionale in cui nasce e continui nell’ottica di una piena e spontanea solidarietà tra le persone e i ragazzi.

Al termine del progetto è fissato un momento d’incontro e una scheda di chiusura.

Dei progetti avviati nell’annualità 2018/2019, 2 proseguono tutt’oggi, con un coordinamento minimo da parte dell’equipe, oltretutto perché i ragazzi sono usciti dal circuito dell’accoglienza ma mantengono il rapporto costruito con la famiglia di riferimento nata dal progetto famiglie senza confini. Nel corso degli anni sono stati coinvolti oltre 50 ragazzi a cui si è parlato del Progetto mediante gli incontri in plenaria, di questi circa 30 hanno avviato l’esperienza, alcune progettualità sono concluse per cambio delle situazioni personali sia da parte delle famiglie che da parte dei ragazzi che vivono un momento della loro vita altamente mutevole; altre sono tutt’ora in corso e in fase di partenza. 

Dott.ssa De Astis: l’accoglienza nelle Comunità e nelle famiglie, un commento rispetto alle differenze.

L’accoglienza in Comunità offre al ragazzo un luogo fisico e sicuro ove essere accolto e intraprendere un percorso di integrazione usufruendo dei servizi e del supporto degli operatori ivi presenti, in un clima di serenità e convivialità/convivenza con gli altri ospiti.

L’accoglienza in famiglia permette al ragazzo di sperimentare un contesto più familiare, che in quanto più ristretto è maggiormente dedicato. Inoltre lo scambio culturale rappresentato dai momenti passati in famiglia permette al ragazzo una full immersion nella cultura, tradizioni e usanze del territorio.

Dott.ssa Bacchi, invece quali sono le difficoltà più forti che avete riscontrato rispetto all’innovazione e quali sono state invece le soddisfazioni?

Nel corso di questi primi anni abbiamo riscontrato che c’è bisogno di formazione per le famiglie e gli adulti che pur mostrando sincera attenzione alla tematica dei minori stranieri non accompagnati,  hanno necessità di essere formati negli aspetti specifici della tutela, fornendo loro informazioni su compiti e ruoli delle figure che ruotano attorno al minore, anche al fine di non accavallare la loro figura a quella di altre già presenti ( esempio tutore) In diverse esperienze è risultato funzionale il monitoraggio in occasioni in cui la famiglia eccedeva negli obiettivi stabiliti nel patto di accoglienza, in ordine ad acquisto di materiale non concordato con l’equipe ( cellulare) o incontri non preventivamente definiti.

Una difficoltà riscontrata riguarda certamente l’età dei ragazzi; sono molte le famiglie e gli adulti disponibili all’affido di minori stranieri non accompagnati e poche le persone disponibili all’affido di adolescenti stranieri non accompagnati.

Certamente la soddisfazione del Progetto Famiglie Senza Confini sta negli occhi dei ragazzi e delle famiglie che si aprono a questa esperienza; lo scambio interculturale è molto forte, molto spesso infatti ragazzi e famiglie si cimentano in attività che arricchiscono reciprocamente le loro conoscenze, mediante racconti della propria vita, di usanze tradizioni e facendo giochi o cucinando insieme.

Il Progetto Famiglie Senza Confini si diversifica in ogni singola progettualità perché l’incontro tra ogni singolo ragazzo e famiglia porta una scoperta. Una di questa in particolare vede la realizzazione letterale del Progetto “ Famiglie Senza Confini” mediante la connessione in videochiamata di una donna italiana che accoglie un ragazzo proveniente dall’Africa e la sua mamma. Entrambe le donne si sono sentite rassicurate da questa conoscenza e il ragazzo si è sentito doppiamente protetto da questo affetto, oltre oceano, che con conosce limiti e confini; appunto “ Famiglie Senza Confini”.

Dal 2022 Famiglie Senza Confini ha ampliato la propria rete grazie alla partecipazione del Comune di Bari al FAMI Ohana – in famiglia nessuno è solo”, finanziato dal fondo FAMI con l’obiettivo di continuare a promuovere e consolidare l’affido familiare come risorsa efficace di accoglienza e integrazione sociale di minori migranti soli. Si è tenuto in data 05/03/2022 l’ultima giornata di formazione per le oltre 80 famiglie e adulti che avevano manifestato disponibilità al progetto e che pertanto nei prossimi mesi saranno incontrati dall’equipe di progetto al fine di avviare nuove progettualità.