La pensione, gioie e dolori

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Ah! La pensione, il traguardo di una vita, il momento catartico che l’essere umano sogna fin dalla nascita; tante sono le aspettative, c’è chi sogna di girare il mondo, chi di scappare in un paradiso fiscale, chi invece di imbottirsi di Viagra fino a scoppiare. Ma come vivono realmente questo momento di puro relax i nostri cari salentini “anzianotti”? Li divideremo in due categorie: nella prima metteremo i “reduci matrimoniali”, coloro che nonostante tutto sono rimasti legati alla moglie (e viceversa) e per il sano quieto vivere diventano delle vere e proprie “colf” da salotto, in balia di ordini domestici e richieste di figli e mogli; nella seconda i single o separati, coloro che credono di dover vivere una seconda giovinezza.

Analizziamo in primis i “reduci matrimoniali”, questa categorie prettamente salentina, è in balia di richieste impensabili da parte di figli e mogli. Nella loro vita, questi poveri uomini, non hanno mai visto un supermercato, ente per loro sconosciuto e dove entrano per la prima volta con un lungo rotolo di papiro, simile al libro egiziano dei morti, dove è annotata la spesa da fare, con marche, codici a barre, colore della confezione, intolleranze, assorbenti per la figlia (studi maschili ancora cercano di decifrare e catalogare le numerose varietà), odori dei prodotti, consistenza al tatto, gusto e prezzo più basso; insomma è come se stessero mandando il marito a scuola senza aver studiato. E allora li vedi arrivare con le loro utilitarie nel parcheggio del supermercato. Un uomo appena pensionato lo si riconosce subito perché parcheggia lontano, al primo posto individuato, senza immaginare che dovrà fare 12 km per riportare il carrello indietro una volta lasciata la spesa in auto. Li vedi lì, piccoli piccoli e impauriti da quella grossa costruzione dove la gente entra senza nulla ed esce con carrelli pieni fino all’orlo, come se dovesse scoppiare una pandemia imminente. Si apprestano a prendere anche loro il carrello, quando a un tratto, una donna li ferma e dice: “tieni il mio carrello, dammi l’euro a così ti sbrighi che ti vedo spaesato”… L’uomo la guarda stranito, apre la bocca il più possibile ed esclama:”ehhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh?” Sgranando gli occhi e prendendo per pazza la donna che non ha tempo da perdere e con un gesto lo manda a quel paese. Arriva vicino al supermercato dopo trenta minuti di camminata sotto al sole di giugno, finalmente vede i carrelli, non si staccano, sono mostruosamente legati null’altro, ma chi mai avrà fatto questa bastardata? Chi sarà l’artefice di questo scherzo? Pensa il pover’uomo che intanto vede un ragazzo di colore correre verso di lui e donargli il rimedio a quel rebus che lo avrebbe turbato per lungo tempo. Una volta entrato nel supermercato, inizia il giro senza meta in questo spazio sterminato di reparti, oggetti e cibi di cui non si capisce neanche l’utilizzo. Con papiro alla mano, il dito comincia a scorrere sul primo punto: tramezzini farciti con prosciutto, formaggio e funghi. Mmm cosa vorrà dire? Che vendono i tramezzini già pronti? E allora tutti quelli che mi propinava per la pausa pranzo dal lavoro, non erano fatti da lei, ma guarda tu che stolta e io che in tutti questi anni ho pensato di assaggiare i suoi manicaretti. Così inizia il giro alla ricerca di questi tramezzini introvabili; cerca ovunque, perfino nel reparto animali dove vi era il tramezzino di gomma che vigliaccamente l’aveva tratto in inganno da lontano. La ricerca continua qua e là, senza però trovare nulla, allora fa una cosa per sbrigarsi e mettere fine a questa sofferenza immane, si reca presso il bancone salumi: “Eh si, prendo del pane, del prosciutto, del formaggio e quei funghi sott’olio”. Iniziamo a farli freschi questi tramezzini, pensa. Secondo punto del papiro: latte fresco senza lattosio confezione blu scuro con scritta gialla, non quella con la scritta rossa; panico! Ma chi è il pazzo che ha creato tutti questi tipi di latte? Mia madre me lo dava direttamente dalla tetta della mucca, ma dove finiremo? Passerò dalla fattoria sulla strada per mare prima di ritirarmi. Terzo punto, ne mancano ancora 187, bene, chi ben comincia è a metà dell’opera dicevano, non in questo caso, andiamo avanti: pomodori da insalata rossi con la parte inferiore a fiore, non quelli tondi; ma che caxxx… va beh, aspettiamo che escano quelli del giardino, mancano poche settimane tanto, l’insalata la facciamo con la salsa mal che vada. E così via fino all’orario di chiusura, vediamo questa massa di uomini stremati dalle lunghe fatiche che pur di ritornare a casa gettano la spugna, pagano il conto, correndo nella propria dimora dove ad aspettarli c’è l’inquisizione, moglie, figlia e figlio, tutti pronti sulla porta ad aspettare e vedere come quel pover’uomo se l’è cavata nel suo primo giorno di spesa. Arrivato a casa la moglie svuota tutte le buste sul tavolo e inizia la conta di tutto quello che manca e di tutto quello che è sbagliato, naturalmente il marito cerca di arrampicarsi sugli specchi dicendo che molte cose non c’erano e altre devono arrivare, ma senza nessun risultato se non una ramanzina che si conclude con: “ok dai, per oggi va bene, poi domani ritornerai a prendere tutta la roba mancante!” Ed è lì che i “reduci matrimoniali” il giorno dopo chiamano al lavoro e dicono: “voi ora mi riprendete a lavorare finché non esalerò l’ultimo respiro e io vi verserò tre quarti di pensione ogni mese senza lamentarmi e senza dire una parola sul vostro operato”.

Passiamo ora al single/separato che con la pensione crede di poter viver una seconda giovinezza. Lo vediamo vestito alla moda, jeans “all’acqua a casa”, polo rosa, mocassino rosso e super lampadato che ogni volta in cui si reca a fare la spesa il ragazzo di colore che porta i carrelli dice: “ehi fradello, io stare qui, quesda zona mia, vai da aldra parde”. Il pensionato salentino single, si circonda di altri esemplari come lui per poter uscire la sera e andare a fare karaoke in qualche balera o locale alla moda. Li vedi camminare in mandrie con il capello leccato dalla mucca da cui non prendono il latte, no, perché loro sono uomini duri e adorano il whisky; loro non rimorchiano, si fanno rimorchiare, sono sempre alla ricerca di “femmine” (come le chiamano in maniera “vizzosa”), e al bar con gli amici, si vantano delle loro performance sessuali che Rocco Siffredi arrossirebbe. Vivono la loro vita in questo modo e fare la spesa non è una difficoltà, anzi, vanno al supermercato e comprano tutto ciò che è pronto, in modo da riscaldare i piatti senza cucinarli; prendono un cane, un pincher per chi ha l’animo tenero, un pitbull per chi vuole sembrare “cazzuto”, ma il fine ultimo è quello della compagnia. Sono eterni ragazzini sì, non ammetteranno mai però, la mancanza di una donna che la sera, a prescindere da tutto, riempie la casa con la sua voce, con le sue follie, con tutta la gioia che solo una donna può dare; e infatti l’uomo nella sua vita ricerca sempre quello, anche da anziano, è sempre alla ricerca della donna giusta con cui farsi compagnia, finché la commedia dura e il sipario resta aperto, perché per un uomo la donna è ossigeno, non importa l’età, quello che davvero conta è la serenità con cui una donna ti fa vivere la dolce vecchiaia che ahimè, non a tutti spetta.

Classe ‘86, vive a Squinzano, piccolo paese della provincia di Lecce. Fin da adolescente manifesta una forte passione per la scrittura, percepita come insostituibile mezzo di espressione personale e di comunicazione diretta al cuore delle persone. Appassionato di arte, storia ed archeologia, cresce nel quartiere di Sant’Elia, luogo ancora ricco di mistero, dove conduce ricerche e studi su un convento del 1500, effettuando numerose e importanti scoperte archeologiche che gettano nuova luce sul complesso monastico. Scrive su diversi blog e giornali come “Salento Vivo”, “Spazio Aperto Salento”, “L’ORticA”, “Il Trepuzzino”. È in procinto di pubblicare la sua prima raccolta di scritti con Aletti Editore.

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