Quando le popolazioni del nostro umile pianeta chiamano, le nazioni coinvolte naturalmente hanno il dovere etico di intervenire in un modo o nell’altro, che siano aiuti umanitari, accoglienze di profughi ecc.. Tutto ciò è un tassello importante per uno stato democratico, volto verso l’aiuto del prossimo e indirizzato ad azioni del salvataggio altrui. Questo è quello che succede nei comuni salentini, dove molte organizzazioni, cattoliche e non, danno il loro contributo per tutelare tutte quelle povere anime martoriate da questa guerra.
Quello che però più salta all’occhio, come solito fare in questi territori, è la pubblicità spicciola che spesso viene fatta solo per secondi fini. E infatti, proprio in questi giorni, nelle nostre zone, abbiamo visto i social saturi di post in cui si dava importanza all’avvenimento in sé, tralasciando il vero spirito di accoglienza che, in realtà, non ha bisogno di pubblicità. Così come marce della pace o semplici manifestazioni ricondotte ad essa, ultimamente sono diventate vere e proprie sfilate politiche ed ecclesiastiche per mettere in mostra un ego dirompente che neanche l’argomento guerra riesce a far tacere.
Succede spesso in questi piccoli paesini del Nord Salento, dove ogni occasione è buona per politicizzare le disgrazie altrui, lanciando l’animo umano in una voragine di gnosticismo politico che ad oggi non fa altro che assecondare l’oscurità storica in cui l’essere umano è sprofondato. Nei nostri piccoli paesini non ci facciamo mancare nulla, buonisti esibizionisti, politici intellettualmente poco corretti e preti affaristi che cercano di trovare spazio solo per far carriera. E’ la storia più vecchia del mondo, se il povero o il rifugiato fa notizia, tutti sono pronti ad aiutarlo, se quello stesso povero o rifugiato è “il chiunque” non in “auge” nel periodo, nessuno apre le proprie porte e tutti fanno finta di nulla, per poi continuare a vivere all’interno del proprio ego corrotto. Nei nostri paesi, oramai da anni, siamo abituati a vedere mendicanti per strada, in cerca di un riparo o un pasto caldo, ma nessuno ha mai aiutato “il Cristo di turno”. Gli Ucraini non sono il solo popolo che ha bisogno di aiuto nelle nostre realtà, ma molte altre genti sono consumate da altrettante guerre, anche se purtroppo, però, il non fare notizia è discriminante e la loro sfortuna è quella di non essere nati in un paese che fa notizia. Il nostro grido, non è solo per i popoli ucraini dilaniati dalla guerra, ma per tutte quelle genti, che ad oggi, “sono meno importanti” di loro e che soffrono la fame perché abbandonati. Per questo facciamo un appello a chi potrebbe ma non fa, solo per pubblicità. I centri di accoglienza sono grandi e non esistono popoli di serie “A” o di serie “B”, esiste l’essere umano, che spesso ha avuto la sfortuna di essere nato in un posto rispetto ad un altro. Tutti noi facciamo parte dello stesso pianeta, ed aiutare il prossimo è un dovere, non un modo per ricevere qualcosa in cambio; in questo caso il “do ut des”, non ha valore, qui ha valore solo l’umanità.