Il 28 aprile ricorre in Italia la Festa del cane, ricordando così la liberazione di molti beagle dall’allevamento degli orrori di Green Hill nel 2012.
L’occasione è ghiotta per accendere i riflettori su un mammifero della famiglia dei canidi che, per le sue caratteristiche ed attitudini, possiamo distinguere in cane con molteplici caratteristiche: da guardia, da caccia, da corsa, da pastore, da difesa, da compagnia, ecc. Le numerose razze e taglie (sembra che nel mondo superino le 400 unità), oltre che presentare proprietà diverse, hanno nomi specifici come, per esempio: maltese, levriero, alano, dalmata, pastore tedesco, mastino, San Bernardo, chihuahua, ecc. Insomma, parlare del nostro amico a quattro zampe e del rapporto con lui, per molti aspetti significa rimandare e scoprire dettagli che troviamo anche nel genere umano, comprese alcune nostre incomprensioni.
La relazione e la fedeltà tra l’uomo e il cane è molto antica tanto che gli studiosi la fanno risalire alla preistoria. In sostanza sembra che l’Homo sapiens, da cui discendiamo, abbia percorso la sua evoluzione in un continuo rapporto di reciprocità con il cane.
Da alcuni studi recenti siamo venuti a conoscenza che il nostro amico a quattro zampe, stando a contatto con le persone con le quali vive, assorbe molto del loro carattere e vede in esse un significativo punto di riferimento. Come accade nelle relazioni con individui che non conosciamo, non dobbiamo dare però tutto per scontato. Vi sono comportamenti simili ai nostri. Per esempio: se una persona, che non corrisponde al proprietario, prova a fare una carezza, può non essere accolta gradevolmente come accade ad un bambino che non ama farsi accarezzare da altro soggetto all’infuori dei propri genitori e, a volte, anche taluni comportamenti “strani” del cane altro non sono che tentativi per attirare la nostra attenzione come accade anche ai bambini nei confronti della mamma e dell’adulto in generale.
Si va sempre più verso l’umanizzazione del cane e molto frequentemente si assiste ad un trattamento di questi nostri amici come se fossero dei figli, dei bambini attribuendo loro emozioni, comportamenti e quant’altro rientri nell’esperienza umana come si evince anche da una poesia di anonimo dell’800 pubblicata su un giornale per i bambini:
Il cane per te palpita- D’ira, d’amor, di speme,
Dormi sicuro; ei vigila; – Con te rallegra e geme.
Verrà sull’urna a piangerti, – Fido oltre morte ancor.
Per concludere, restando nel binomio cane-uomo e per una tranquilla convivenza reciproca, ricordiamoci che anche per il nostro fedele amico è assai importante che si presti attenzione all’ambiente, alle esperienze e, soprattutto, all’educazione che riceve.
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