Squinzano (Le) – La Villa Comunale di Squinzano si è vestita di festa in conclusione della ricorrenza religiosa della Madonna del Pozzo. I festeggiamenti civili hanno visto, tra l’altro, un gruppo di giovani esibirsi, tra i talenti canori non nuovo cavallo di battaglia spopola a suon di consensi la 27enne Angela Garzia, già nota nella sua Squinzano e non solo, per la versatilità dei generi che propone in giro e soprattutto nel circondario della sua terra salentina.
Approdata da due anni ad Ancona per motivi professionali riguardanti il suo lavoro quotidiano ma non ultimo vi è un continuum, frequenta un’Accademia di musical.
Per la celebrazione del 10 luglio svoltasi sul sagrato della Chiesa Santa Maria delle Grazie nonché il Convento dei Frati Francescani è intervenuta prestando la sua voce alle parole e alla musica di questo grandissimo artista e poeta nello spettacolo intitolato “Luci ed Ombre” in omaggio a Fabrizio De Andrè.
Proposto dalla Pro Loco di Squinzano, spazio riservato ai declamati meravigliosi testi letterari negli intermezzi elaborati da Teresa Presta e recitati dagli attori Cosimo Pierri, distintosi per la singolare impostazione della voce e la giovane non meno brava Vanessa Pareo alternati con brani di De Andre’. Alla chitarra Marco Carrozzino e Michele Blasi e alle percussioni Tiziano Tafuro. Il tributo a De Andre’, uno spaccato non è esagerato dire che “mette in scena” il tessuto sociale tanto caro al cantautore genovese popolato da emarginati e incompresi o comunque personaggi sempre sopra le righe. Del resto spesso narra di se stesso, ribattezzato Faber con i suoi scritti che per l’occasione sventolano dallo scrittoio su cui è posizionato il Presidente della Pro Loco prestato all’arte. Da qui Pierri trasmette come da un cinema d’essai messaggi in codice, ma mica tanto, se pensiamo al lavoro di De Andre’ ne “Il testamento di Tito”. In esso gira un invito magniloquente che consiste nell’“imparare l’amore”, la costante della sua vita, grazie alla quale si appropria della sua personalità. E’ chiaro l’intento del grande della musica d’autore quando con autoironia e senso dissacratore e poi ancora amore per la vita che pure le sfugge dalle mani, intona “Una storia sbagliata”. Le sue canzoni sono poesie che vivono sulla sua pelle e quella di tanti, come è la toccante “Marinella”, ma basta pensare al “Don Raffaé”, in cui il pubblico partecipe si scioglie nel verseggiare il canto. Un accento sullo sfondo dell’allestimento del palchetto e sulle note di “Non avrai altro Dio all’infuori di me” e poi “Bocca di rosa” in seguito alla quale spende una parolina Padre Salvatore Giardina, che con il metodo induttivo del ragionamento spazia sulle difficoltà su cui trascina l’esistenza chi si ritrova ad occupare i posti degli ultimi. Frattanto il Parroco sprona la cittadinanza ad uscire dall’”antro” in cui ultimamente vive per le sue pieghe della realtà sociale, incoraggiando i presenti con il “dulcis in fundo”, il così denominato marzaspumone, una specialità che infine mette, se ancora non lo fosse, d’accordo tutti. E così cala l’immaginario sipario sul musical, mentre si distribuiscono doni in palio dagli sponsor, un evento da ricordare come una pietra miliare dell’estate mariana, appuntamento anche stavolta gradito e visitato dai più.