Dal Vangelo secondo Luca (10, 38 – 42)
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Anche il viaggio di Gesù ha bisogno di tappe che ne fermano l’andare. Quelle di Gesù sono fermate che più che a far riposare i piedi servono a dare gioia all’anima. La casa di Maria e Marta e Lazzaro, infatti, è per Gesù la casa del cuore. È casa, quella di Betania, dove prima di ogni cosa si vive e s’insegna l’arte dell’accoglienza.
C’è un Dio, infatti, che in Cristo Gesù, viene a visitare il suo popolo (cfr. Lc 1, 68).
C’è bisogno di cuori e braccia aperti e spalancati per fare spazio e posto, all’irrompere di Dio nella storia. E la visita di Dio non è dettata dalla cortesia delle buone maniere, ma dal desiderio da sempre presente nelle viscere del Creatore di dare risposta alle inquietudini e ai tumulti, ai vuoti e alle attese del cuore dell’uomo.
È il Dio, Gesù il Cristo, che non attende che il cuore della sua più preziosa creatura sia pronto e desideroso di muovere il primo passo, ma rompe gli indugi, azzera le distanze e, varcando le soglie delle chiusure e delle timidezze, delle inerzie e degli impedimenti, varca la soglia dell’anima e si fa presenza che riempie la vita e compie gli aneliti inespressi.
Marta non ha paura di lasciarsi abitare da Gesù. E la sua si trasforma in casa profumata dal profumo del pane buono da spezzare e condividere. E il suo cuore si trasfigura – come accade nel movimento della diastole e della sistole – nel luogo che Dio ha scelto per riversare il suo Amore e da lì, come tanti rivoli d’acqua che si aprono, diffonderlo nel mondo per inondare la Terra.
E tu, cosa aspetti ancora per alzarti dalla quiete del tuo torpore e dai blocchi delle tue paure per aprire e spalancare la porta dell’anima a Colui che sta alla porta e bussa (cfr. Ap 3, 20)?
Da qui in poi solo storie nuove da raccontare e tutte che nascono da una Parola ascoltata che trasforma la vita e la rende servizio, e la rende amore che si dona.
Da qui in poi si comprende la parte migliore da scegliere nella vita: è la collocazione accanto al cuore di Cristo da cui ascoltare Parole per la vita, Parola che si fa vita. E questo è ciò che è essenziale.