Lecce – A margine della conferenza stampa di presentazione di Di Francesco, il Responsabile Corvino ha risposta ad una domanda su Calabresi. Le sue dichiarazioni: “Tutto ci potete rimproverare tranne la coerenza. Stefano (Trinchera ndr) disse con chi volevamo andare avanti e chi no. Lo staff tecnico, il Direttore hanno posto delle condizioni seppur da alcuni non condivisibili. Abbiamo esternato le nostre scelte dopo aver fatto delle analisi approfondite. Con ognuno abbiamo parlato raccontando cosa fare e cosa no. Mi potrei limitare a dire che la partenza di Calabresi risponde al fattore coerenza. Però, Calabresi era figlio anche di un’altra analisi. Quando è arrivato, tutti a dire chi è, quanto ha giocato, etc. A chi imperversa o ai criticoni disfattisti che parlano sui social, ai rosiconi, ai tifosi delle altre squadre non mi rivolgo. Voglio parlare ai nostri tifosi identificati in coloro che ci sostengono sempre durante la partita, anche a fischiare alla fine se non si è fatto bene. Non vogliamo parlare ai criticoni e ai disfattisti dei social”.
“Mi rivolgo ai nostri tifosi perché c’è un percorso da raccontare perché mi è successo ovunque. Il primo anno siamo partiti contro il Pordenone, eravamo in pochi senza rumore. Uno stadio senza rumore. Dopo due anni ritorniamo in Serie A e ci sarà rumore. Ci saranno 30.000 persone a fare rumore con lo stadio pieno. Questo è figlio del percorso fatto negli ultimi due anni. Sono importanti i percorsi per arrivare agli obiettivi. Mi ricordo quando si diceva perché vendi Petriccione e quando si criticavano i nuovi acquisti. Nel primo anno nessuno si lamentava dei cinque punti di vantaggio a cinque giornate dalla fine, al rigore sbagliato. La colpa era della rosa e dell’allenatore. Poi abbiamo ricominciato e sono arrivati i perché sulle cessioni. I raccomandati, si diceva, come Coda e Lucioni rimangono”.
“Abbiamo vinto il campionato con un allenatore nuovo, siamo arrivati in Serie A e ora abbiamo deciso di vendere un calciatore che quando è arrivato è stato denigrato. Veniamo qui con molta onestà e l’impalcatura, che noi riteniamo buona, la manteniamo. Questa impalcatura guarda al presente e al futuro. Abbiamo smantellato la difesa ma non Gallo e Gendrey perché rispondono alle caratteristiche che cerchiamo e ancora non hanno dimostrato di non poterci stare in Serie A. Chi è andato via abbiamo già capito che in Serie A ha avuto qualche difficoltà. Non guardiamo al consenso dei social perché altrimenti a Firenze non sarei andato. Nella seconda volta lì, ho ripianato e costruito. All’epoca, a detta loro, non feci nulla. Ora? Che dovrebbero dire? All’epoca avevamo Simeone, Muriel, Vlhaovic, Chiesa. Loro parlavano sempre e solo di Thereau, per noi quinto attaccante”.
“Siamo sempre stati coerenti e abbiamo sempre detto con chi volevamo andare avanti. Abbiamo preso Frabotta che ha giocato con la Juventus, ha potenzialità. Dobbiamo rischiare sulla potenzialità ma non possiamo permetterci di prendere potenzialità conclamate. Con umiltà, dobbiamo dire che siamo gli ultimi di quelli che hanno soldi in Serie A. Dobbiamo pensare al futuro. Dobbiamo prendere delle soluzioni equilibrate, di approfittare di qualche nome. A centrocampo siamo partiti dicendo , diamo fiducia a Hjulmand, Helgason e Gonzalez. Qualcuno diceva che avremmo venduto Hjulmand, non è così. Sapevamo della mancanza di un portiere e dei marcatori. I marcatori non siamo ancora stati in grado di prenderli. In mezzo al campo abbiamo preso Bistrović, Askildsen. In attacco abbiamo preso un giocatore che sta in nazionale che andrà ai mondiali e l’Italia no. È un film che ritorna sempre, è successo con Lucarelli, con Chevanton, con Bojinov, con Vucinic. I nostri errori sono figli di analisi profonde che sono condivise da tutta l’area tecnica e dalla società”.