Dall’8 settembre 2022 Novoli si decora di un nuovo onorevole concittadino, in auge nella Seconda Repubblica, nome eccellente della politica nazionale, il Sen. Giovanni Pellegrino. Nella cornice del teatro tardo neoclassico del Comune di Novoli si è dato luogo, previa conversazione con il Senatore della Repubblica, condotta dal direttore di “Paisemiu” Antonio Soleti, al conferimento della cittadinanza onoraria all’illustre politico italiano. Alla cerimonia in qualità di ospiti d’onore hanno preso parte anche i giovani che hanno compiuto e che compiranno nell’anno 2022 il diciottesimo anno d’età ai quali è stata consegnata la Carta Costituzionale.
Chiamato ai nostri microfoni Giovanni Pellegrino si racconta.
Senatore, che cosa rimpiange della sua piena attività parlamentare?
L’età, scherzo. E ’stato il periodo più interessante della mia vita perché per una serie di combinazioni ho sempre svolto ruoli di un certo rilievo. Senatore dal 1987 al 2001 per quattro legislature. Per una legislatura sono stato presidente della Giunta per l’Indennità del Senato, sotto la quale passarono nomi come Andreotti, Craxi, Gava, Citaristi nell’infuriare della rivoluzione giudiziaria italiana. Poi presidiai la Commissione d’inchiesta sul terrorismo per le stragi per due legislature. Inoltre ho rivestito la carica di presidente della provincia di Lecce dal 2004. Devo dire che in questi anni ho capito di più dei primi cinquant’anni della mia vita.
Di che cosa , secondo lei, ha bisogno l’Italia?
Che si ritorni al professionismo della politica, che è una delle attività intellettuali più delicate che possono toccare all’uomo e pensare che possa essere affidata all’improvvisazione dei nuovi arrivati è un errore clamoroso che stiamo pagando.
Aggiungerebbe un articolo alla Carta Costituzionale?
No. Tutto sommato la nostra Costituzione è delle più liberali e socialmente avanzate che l’occidente ha conosciuto. Non modificherei niente della prima parte. Sull’architettura dei poteri io ho fatto parte della Commissione Bicamerale D’Alema e quindi non mi strappo le vesti di fronte a possibili modifiche dell’assetto costituzionale del Paese. Non ritengo che per l’Italia con un simile quadro così frammentato sia valevole il modello presidenzialista. Non mi scandalizzerei se andassimo verso un modello semipresidenzialista.
Un’epopea, per così dire, di episodi che il pregiatissimo ospite narra dietro sollecitazione di Soleti al quale Pellegrino risponde tra l’altro anche con interessanti aneddoti vissuti grazie a particolari congiunture che hanno fatto sì che l’uomo politico si imponesse sul panorama storico italiano nella sua ascesa memorabile. Nel corso della conversazione vengono fuori altri nomi noti come l’ex pm antimafia ed ex politico Giuseppe Ayala (al quale Giovanni Falcone con una telefonata salvò la vita), citati da Soleti spaziando intorno a cosa significò per l’Italia quel periodo passato alla storia come “strategìa del terrore”. Delineata a grandi tratti la struttura verticistica di Cosa Nostra avente legami con la mafia americana, la cosiddetta “cupola”. E da qui Soleti insiste, quanto al fenomeno del pentitismo, se sussista o meno e quale mansione gli spetta. L’illustre avvocato asserisce che non essendosi occupato di diritto penale ignora se esista una validità in tal senso. E poi uno spaccato sul cambiamento della politica per certi versi affidata ora come allora anche a figure presenti da 30 anni, come lo è stato per la discesa in campo di Berlusconi.
Ineluttabile la differenziazione tra destra e sinistra che permane nei canoni classici. Sinteticamente il disquisire sulla funzionalità di far giungere precisi messaggi ai giovani presenti “chiamati” all’ineludibilità del dovere del voto del 25 settembre 2022 che anche per i neomaggiorenni si estende alla Camera e al Senato. L’invito primario è allo studio intensivo.
Qualche nozione sulla Costituzione, afferma Pellegrino, “pensata per un parlamento pluralista”, lo sprone a dedicarsi alla conoscenza del testo costituzionale. Dello stesso avviso è la prof. Maurizia Pierri, docente di diritto costituzionale comparato italiano ed europeo dell’Università del Salento, intervenuta nell’ambito dell’evento, che snocciola articoli al fine di far comprendere ai giovani la coerenza che sottostà all’impianto normativo dello Stato e l’importanza per conseguirne il benessere. Mentre la dirigente dell’Istituto Comprensivo di Novoli, Elisabetta Dell’Atti, corona l’argomento con dei passi del padre costituente Pietro Calamandrei che ha allertato dall’indifferentismo in politica. Non ultimo il collega, Gilberto Spagnolo, sorride alla reintroduzione dell’educazione civica nella scuola.
L’onorificenza a Pellegrino e la consegna della Carta Costituzionale, donate dal Sindaco Marco De Luca (e che sarà spedita agli assenti) rappresenta un momento di gioia e vera condivisione attesa già dal 25-11-2019, precisa il primo cittadino, data della Delibera (tra l’altro l’anno in cui fu eletto sindaco), bloccata dal covid e immortalata negli Annali della Storia. E infine il senatore risponde al moderatore rivolgendosi a De Luca riguardo alla “graditissima sorpresa” di essere parte della realtà storica di Novoli. La ragione è nell’antico passato. “Andando verso il tramonto di una vita ormai lunga, oggi vuol dire per me avvicinarsi ad antiche radici, avendo la mia famiglia origini in questo paese. Io porto il nome di Giovanni Pellegrino che era un ottimo latinista nato a Novoli. Mio padre aveva uno zio medico Federico Pellegrino a cui era legatissimo. Poi tre sacerdoti cugini di mio padre, Francesco musicista, Paolo latinista, Corrado filosofo. Riguardo a me sono stato vicino a Novoli non tanto come avvocato quanto quando mi candidai nel 1987 nel collegio senatoriale di Lecce”.