Elisa, dopo aver lasciato il suo lavoro di giornalista e ghost writer, decide di abbandonare Lecce per trasferirsi in Grecia, nell’isola di Leucade. Il suo intento è quello di isolarsi, dopo la morte del padre, per ritrovare se stessa. L’isola dove si rifugia è cadenzata da ritmi che scorrono lenti, dove la vita fluisce in maniera più autentica e più vera. Ed è proprio in questo posto diverso e incantato, che lei perennemente di corsa, si riscopre ad osservare il mare, a meditare, e a rincorrere ricordi del suo passato. Il suo è fondamentalmente un viaggio, intrapreso per ovviare ad una vita cadenzata da obblighi e doveri.
“Elisa ha sentito tante volte il cuore in gola: battiti a mille, difficoltà di respirazione, ansia ingestibile. Ha capito di aver seriamente bisogno di una tregua e per questo un giorno ha preso lo stretto necessario ed è salita sulla nave che l’ha riportata sull’isola… Ci saranno i temporali sul mare e le bufere di vento, Elisa resterà chiusa in casa ad aspettare che torni il sereno, non ci sarà nessuno con lei, ma semplicemente la libertà da quell’Elisa che andava avanti per inerzia, sorridendo col cuore scorticato, in mezzo a una miriade di impegni insignificanti”.
Romanzo appassionato, accorato; impresso nel tessuto narrativo c’è il dolore e l’angoscia per la perdita dell’amato padre, lo struggente dolore della madre, con la quale la protagonista ha un rapporto conflittuale. Il prologo del romanzo è incentrato sulla figura del padre, oggetto di un amore intenso e autentico.
“Un padre è un padre. All’improvviso, ad occhi aperti, l’epifania di altri due occhi, gli unici che sanno veramente chi siamo. Non smettono mai di accudirci e sorriderci con l’anima muta. […] Carezze sospese, nel lago denso delle cose non dette, capaci di cancellare antiche cicatrici madreperlacee, quelle iridescenti sulla pelle sottile, che ricordano che il dolore è prezioso, come un gioiello”
In Grecia, Elisa, approdata per elaborare il lutto, sperimenta la lentezza, che si contrappone ai ritmi estenuanti della vita urbana. Sull’isola, recupera il contatto con la quotidianità, piccole azioni che danno un sapore diverso alla sua esistenza: una passeggiata, la colazione al mattino. E poi c’è il rumore del mare, il prezioso silenzio, le fusa di una gatta. L’incontro con Lorenzo, un uomo “dalla pelle scura e dalla barba incolta”, con la passione del surf, che risveglierà in lei emozioni assopite.
Lo stile unico e inconfondibile del romanzo coniuga abilmente cronaca e leggenda, pubblico e privato. Ricco di riflessioni, descrive i posti in maniera superba e al lettore basta chiudere gli occhi per sentire e trovarsi calati nelle atmosfere dorate dell’isola.