Squinzano (Le) – Santuario aperto ai fedeli accorsi dai paesi limitrofi presso la Chiesa del”L’Annunziata” a Squinzano. In serata fino alle ore 22 gli ultimi gruppi per solennizzare la SS. Vergine nel tempio fatto erigere nel XVII secolo da Maria Manca detta “La Santa”. E non è singolare utilizzare questa denominazione anticamente usata dai religiosi che hanno conosciuto la storia della “Pia Mulier”, l’autoctona definita anche così dai vescovi leccesi. Famosa altresì per gli esorcismi a cui si sottopose più volte nella chiesa greca di Lecce.
Nata nel 1571, moglie, vedova con due figli, a 24 anni risposata con Lupo Crisostomo di Soleto, il cui nome è in piena consonanza con il suo comportamento improntato a concupiscenza, termine esplicitato nella morale cristiana e nel suo significato dantesco. Da questi ha avuto altri figli. La storia della mugnaia e del secondo marito di passione al limite, non scevra da ossessione tramutatasi poi in possessione, si narra senza tralasciare le virtù probabilmente nate nella sua catarsi. Ma ancora una volta vedova e poi dedita tutta alla preghiera, all’ascesi cristiana, ma in particolare alla Madonna, che probabilmente impietosita, le appare e le chiede di portare un garofano al suo “Divin Figlio” presso la Chiesa del SS. Crocifisso di Galatone. Il segno sulla mano di Maria rimarrà indelebile fino alla sua morte avvenuta alla veneranda età di 97 anni.
La celebrazione della fenomenologia storica ha avuto il via dal Parroco di San Nicola e Mater Domini, Don Alessandro Scevola, che con il suo seguito ha fatto “aprire” le porte del seicentesco Santuario in una serata dalle condizioni climatiche incerte. Inoltre ha sfidato la temperatura una carrozza con in sella un cavallo bianco che ha condotto gli intervenuti alla “Nunziatella”, luogo iconico dell’apparizione della Madonna a Maria. Tutto il racconto della discepola dell’Annunziata viene scandito dall’esposizione di Elisabetta Pezzuto, la guida religiosa che conduce in un percorso partendo in prossimità dell’altare al piano superiore ove si trova la camera della donna che ha reso possibile onorare concretamente la Madre di Gesù con un eterno segno di riconoscenza e al contempo di riconoscimento in relazione alla sua fede mariana.
I momenti sono pieni di drammaticità grazie all’arricchimento del contesto con delle rappresentazioni teatrali ad opera della Compagnia “La Ghiefiura”. In abiti d’epoca sfilano gli attori, impersonando figure rappresentative del tempo, come la protagonista Maria Manca, che ispira verbalmente sentimenti d’amore e di amicizia per la Madre celeste grazie alla cui intercessione diventa nota già dalla provincia di Lecce per spingersi in ogni dove per il suo assistere e non solo le donne gravide. In particolare si avvicendano ruoli minori come la giovane con il marito, donna di alto lignaggio esattamente Caterina Lisgara, che ottiene il miracolo della maternità, in seguito anche alla cessazione di dolori relativi agli organi responsabili della “creazione”.
Continuando questo cammino nel Santuario di Maria Manca, da cui trae la dicitura, organizzato dall’Associazione “21 Ottobre” si arriva a “partecipare” agli ultimi attimi della vita della Manca, adagiata sul letto con accanto un sacerdote al quale si rivolge aprendo le stanze del suo cuore”. Sepolta in questa Chiesa attigua al cimitero vicino all’altare de “La Presentazione”, accanto ad un suo primo nipote e una sua nipote. Sulla sua tomba si legge la seguente epigrafe: “Maria Manca loquitur hanc aedem struxi collecta stipe laboris merces in terris haec brevis urna satis”. (“Maria Manca dice: ho costruito questa casa, raccolto il salario del lavoro nelle terre, basta questa piccola urna”).