Dal Vangelo secondo Luca (18, 1-8)
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
La provocazione di Gesù rivolta ai discepoli del suo tempo è provocazione che interpella noi discepoli di oggi: «Il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
Ero ragazzino e mi fu raccontata la storia di alcuni che avrebbero visto camminare per le strade delle nostre città e dei nostri paesi proprio Gesù. La notizia mi affascinò così tanto che restai di stucco e male quando mi resi conto era una storia inventata. Mi attraeva l’idea di vedere tornare Gesù e incontrarlo oggi così come si era presentato duemila anni fa.
Oggi non sono più bambino e questa idea – quella di un ritorno di Gesù – continua a incuriosirmi.
Non saprei cosa troverebbe di cambiato e di diverso in questo mondo, sono convinto, però, Gesù si metterebbe alla ricerca della fede nel cuore degli uomini e delle donne di oggi. Per la risposta non è il caso di lasciare spazio ai sondaggi, almeno ora e qui, ma sicuramente troverebbe tanti uomini e donne con una fede grande, altrettanti alla ricerca della fede, per non parlare di chi la fede pensa di averla eppure non c’è, ed anche il suo contrario.
A cosa serve la fede all’uomo di oggi e di sempre?
Pare non ne abbiamo ancora colto la portata se per fede tanto spesso accendiamo significati dal sapore stantio, bigotto, come di un agire da bloccati. Eppure la fede è un dono immenso e straordinario, grande e potente che tutto può.
La fede – così pare – non lascia spazi per le solitudini; non teme le fragilità; sfida le ingiustizie; affronta le arroganze malsane. La fede non da risposte, aumenta solo le domande, di senso e di giustizia e rende la vita come un grande punto interrogativo aperto agli orizzonti dell’infinito.
Dio ascolta le domande della fede. È questo il Vangelo di oggi.
Dio esaudisce le domande della fede, sempre. È questo il Vangelo di oggi.
Anche tu, oggi, sei collocato davanti ad una opportunità grande: poter chiedere a Dio. Chiedere a Dio non il superfluo, non ciò che passa, non quanto serve per l’orizzonte confinato del vivere, ma chiedere a Dio il segreto della vita e della sua compiutezza che è la felicità. Prova anche tu, come la vedova del vangelo a chiedere a Dio: «Fammi giustizia…». Dovrai completare tu la richiesta con la parte mancante. Fino a quando ci affanneremo a chiedere cose per questo tempo carico del suo limite, Dio non ascolterà. Quando avremo l’ardire di osare a chiedere quanto il cielo non può contenere, Lui, Dio, ascolterà ed esaudirà la nostra preghiera.