Dal Vangelo secondo Luca (25, 5 – 19)
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
Tutto ciò che esiste nel creato e tutto ciò che è stato fatto dall’opera delle mani dell’uomo occupa un posto nello scenario del vivere. Non tutto questo, tuttavia, resterà per sempre. Non tutto questo, almeno per quanto riguarda ciò che è stato fatto dall’uomo, è sempre per il bene, per il bello.
Gesù invita a usare lo sguardo del cuore che è capace di scrutare in profondità il senso di ogni cosa che c’è e discernere ciò che è per sempre da ciò che, prima o poi, sarà assoggettato alla legge del decadimento.
Gesù invita a usare lo sguardo del cuore che è in grado di scorgere e distinguere la vera bellezza e la vera bontà sempre orientate al bene da ciò che è effimero e fa male o lo opera.
La nostra vita, una volta strappata dal nulla e inserita nell’immensità dell’esistere grazie e per mezzo a Colui che a questa straordinaria avventura ci ha chiamati per essere e per esserci, non ricadrà più – neanche con l’esperienza della morte –nell’oblio del nulla, del non senso, della dimenticanza, ma farà parte del per sempre di Dio. Ecco perché occorre equipaggiarsi di ciò che è oltre la coltre dell’apparire ma che proprio il visibile e il concreto utilizza per manifestarsi: l’Amore.
I discepoli del Maestro sono chiamati ad allenarsi a questa straordinaria arte – quella di amare – che, unica, traccia e segue sentieri di felicità e di eternità.
I discepoli del Maestro devono anche sapere e mettere in conto che è impresa ardua, difficile. Occorre mettere in conto che in tanti momenti si dovrà scegliere una direzione impopolare, andare controcorrente. Occorre sapere che la persecuzione, violenta o subdola che sia, è sempre in agguato.
In tutto questo, una certezza: «Nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita». Perché tu sei prezioso ai Suoi occhi che sempre scrutano la scintilla del fuoco dell’amore che Lui stesso ha messo nel profondo di te da quando ti ha vocato, chiamato, all’esistenza.
È scintilla che Dio ha deciso che resti in te come fuoco d’amore che non passa e cammina l’eternità.