Il buio oltre il convento: ma l’illuminazione a Sant’Elia quando?

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Squinzano / Trepuzzi (Le) – Giusto per non ripeterci, ancora una volta siamo costretti a trattare un argomento spinoso per molte amministrazioni della zona, un argomento di cui abbiamo scritto più volte, anche da diversi punti di vista e angolazioni ma che ancora oggi non trova risposta a causa della negligenza (forse) di chi non sa di possedere un tesoro tra le mani; parliamo del quartiere Sant’Elia, un luogo che dopo anni e numerosi appelli, non trova ancora la giusta pace che merita, molto probabilmente dovuta al numero esiguo di cittadini che vi abitano.

Immondizia, (più volte abbiamo scritto e fatto appelli a tal riguardo), distruzione e soprattutto oscurità che aleggia come se fossimo in un film di Dario Argento. A tal proposito vorremmo porgere una domanda ai nostri amministratori: “Come vi sentireste e soprattutto, cosa fareste se le vostre mogli e le vostre figlie si dovessero ritirare nella propria casa, intesa come luogo sicuro per la famiglia, nel buio pesto, senza una minima illuminazione se non quella lunare?”.

Sono anni che i pochi abitanti di questi splendidi luoghi, cercano un modo per farsi sentire, per far sentire il proprio urlo, un urlo che non dovrebbe essere tale, visto che garantire l’illuminazione in una zona dove vivono famiglie composte anche di sole donne, in un paese civilizzato come il nostro (???) dovrebbe essere la base, se non un diritto visto che questi pochi abitanti della zona sono comunque contribuenti e pagano le tasse. Si fanno spesso le orecchie da mercante dinanzi a questo tipo di problematiche, soprattutto perché hanno poca risonanza o poco elettorato; allora con questo nostro appello vorremmo fare un po’ di rumore, vorremmo urlare anche noi da quel luogo buio chiamato Sant’Elia, sperando che le nostre urla, unite a quelle dei suoi abitanti, arrivino fino a Trepuzzi, che, siamo sicuri, non sia un Comune poco attento ai bisogni dei propri cittadini e per questo chiediamo ancora una volta di illuminare la vita a questi trepuzzini maltrattati, in modo da far gustare anche a loro l’ebrezza di sedersi fuori durante le serate estive, passando il tempo con i propri cari e godendo del panorama che solo questo posto magico può regalare.

Anche perché si parla spesso di valorizzare il convento e le zone limitrofe, ma come? Come si può pensare a valorizzare una struttura del genere, dove già tanti soldi sono stati spesi, senza partire dalla base? In questo articolo proponiamo più immagini della strada che costeggia il convento alle ore 21.29. Come? Non vedete nulla? Vedete tutto nero? Beh, unitevi allora alle nostre urla, in modo che anche gli amministratori possano udire le voci di chi è stanco, di chi vorrebbe ritirarsi la sera nella propria casa, senza la paura di essere assaliti da qualche male intenzionato, o semplicemente con la serenità nel cuore di poter vedere la serratura del cancello senza accendere la torcia del cellulare. Cari amministratori, accendeteci di serenità.

Classe ‘86, vive a Squinzano, piccolo paese della provincia di Lecce. Fin da adolescente manifesta una forte passione per la scrittura, percepita come insostituibile mezzo di espressione personale e di comunicazione diretta al cuore delle persone. Appassionato di arte, storia ed archeologia, cresce nel quartiere di Sant’Elia, luogo ancora ricco di mistero, dove conduce ricerche e studi su un convento del 1500, effettuando numerose e importanti scoperte archeologiche che gettano nuova luce sul complesso monastico. Scrive su diversi blog e giornali come “Salento Vivo”, “Spazio Aperto Salento”, “L’ORticA”, “Il Trepuzzino”. È in procinto di pubblicare la sua prima raccolta di scritti con Aletti Editore.

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