Il Balletto del Sud con lo spettacolo “Gaité Parisienne” andato in scena al Teatro Apollo di Lecce, il 25 e 26 Marzo, apre la Stagione di Danza Primavera ’23.
L’evento è stato realizzato grazie al contributo del MIC e al sostegno del Comune di Lecce, il patrocinio del Teatro Pubblico Pugliese, del Museo Castromediano di Lecce e del Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce.
Un balletto in un atto, di nuova produzione, privo di narrazione ma con una struttura, rappresentata da un susseguirsi di quadri, che riportano lo spettatore nelle atmosfere spensierate e ricche di fermento creativo della Belle Epoque. Un vero e proprio countdown, come dirà lo stesso Franzutti in apertura.
Lo spettacolo di domenica 26 marzo è stato preceduto dalla conferenza divulgativa della giornalista e critico di Danza, Donatella Bertozzi, dal titolo Gaite Parisienne – Quando la danza diventa show. Un approfondimento per i cultori della danza, con video e racconti sul “volto gaudente della danza”, quando la danza, per avvicinarsi ancor di più al pubblico diviene show. La danza, sottolinea la Bertozzi, è la forma d’arte più potente, perché il corpo unisce, mentre la lingua divide.
“Gaite Parisienne” su libretto e scenografia del conte Etienne de Beamount, le coreografie del danzatore e coreografo Léonide Massine, e musica di Jacques Offenbach in seguito arrangiata da Manuel Rosenthal, fece il suo debutto il 5 Aprile del 1938 con il Ballet Russe nel Teatro di Monte Carlo. L’idea era quella di divertire il pubblico, trasferendo quel clima di entusiasmo che caratterizzava la vita notturna parigina dei primi del Novecento in un susseguirsi di personaggi, dal ricco peruviano, alla venditrice di guanti, la fioraia, i soldati e le danzatrici di can-can. Questo balletto, per lungo tempo dimenticato fu ripreso nel 1978 da Maurice Béjart che ne fece una sua particolare versione.
Il periodo più importante per la danza, ricorda ancora la Bertozzi, è quello che va dal 1909 al 1929, con la presenza dell’impresario teatrale russo Sergei Pavlovic Djagilev. Direttore artistico e fondatore della compagnia dei Ballets Russes, trasferitasi a Parigi nel 1917 a causa della rivoluzione russa, seppe far confluire eccellenze artistiche nei suoi spettacoli, pittori e musicisti, e riscuotere un grande successo grazie al suo essere innovativo e visionario. Alla sua morte avvenuta il 19 agosto del 1929, la compagnia di danza si sciolse. Fu riportata in vita anni dopo grazie a René Blum col nome di Balletto russo di Monte Carlo. La trasformazione del balletto, da Danza a Show è evidente non solo nella differente tecnica ma anche nell’utilizzo dei costumi, non più solo abiti di scena ma veri e propri supporti estetici, atti a trasformare il gesto e darne significato. Così la gonna si accorcia non solo per mostrare le gambe e attrarre il pubblico maschile, ma per rendere più agile quel movimento delle gambe che sottolineerà un cambiamento di linguaggio.
Lo spettacolo proposto dal coreografo Fredy Franzutti, con passione e competenza, fa tesoro del passato, e anche grazie alle scene di Francesco Palma e le luci di Piero Calò ci suggestiona con virtuosismi tecnici, che affida alla bravura di tutto il corpo di ballo (nota di merito ai ballerini Ovidiu Chitanu, Matias Iaconanni e alla prima ballerina Mariya Lozanova). Splendidi, preziosi e rari i costumi. Prossimo appuntamento sabato 22 e domenica 23 Aprile con “LaTraviata” Maria Callas, il Mito.