Il tempo è un sacco che portiamo sulle spalle, un sacco pieno di ricordi ed esperienze di vita, sta a noi renderlo più leggero per permetterci di fare quanti più passi possibile per allontanarci da ciò che chiamiamo fine.
Il tempo, solita matrice di disconnessione della vita, intermezzo di disparità tra la consapevolezza del divenire e la speranza che esso rallenti. Più andiamo avanti nella vita, più tutto diventa veloce e irreversibile, come una palla che cade da una discesa di montagna, rotola finché tutto non arriva giù all’inesorabile fine. Quella fine non è altro che la consapevolezza di sentirsi arrivati ad una certa età, di aver raggiunto il culmine di una vecchiaia oramai irrompente. Si nasce, si vive e si invecchia, vedendo le persone attorno a noi morire come uccelli in gabbia. Più si va avanti nella vita più ci si rende conto che tutto quello che si ha attorno presto finirà. In questo grande girotondo cambieranno le amicizie, cambieranno gli stili di vita, cambieranno anche le nostre abitudini ma in realtà chi è che cambia? E’ il tempo che come un sacco pieno di problemi ci appesantisce, facendoci forse abituare a quello schiacciamento che spesso la vita ci fa sentire? O siamo noi che appesantiamo il nostro di tempo con pensieri negativi, vivendo spesso una vita non nostra?
Quanti uomini che si trovano su questo piccolo mondo vivono in maniera diversa da quella che avrebbero voluto? Siamo attenti all’apparenza, a cosa gli altri pensano di noi, alla foto giusta da mettere sui social, sorrisi, tanti sorrisi e baci che fanno da velo al nostro vero stato d’animo, nessuno è triste sui social, siamo tutti sereni, come se ognuno di noi stringesse a sè il segreto della felicità. Grandi e piccini, diventano un tutt’uno con il web, in questo mondo alternativo in cui il tempo non esiste, non esiste un orologio, non esiste la morte. Se ci pensiamo bene, ogni social è un cimitero multimediale dove gente che non c’è più continua ad avere la sua pagina e ad avere uno spazio in questo tempo dilatato che sembra non aver mai fine. Ecco, forse potremmo anche dire che l’essere umano è riuscito a raggiungere l’immortalità, un’immortalità fittizia come quel mondo nel quale ci rifuggiamo, quel mondo apparente dove tutti sono felici e nessuno lo è davvero. Prima abbiamo posto una domanda importante, chi è che cambia, siamo noi o è il tempo? Beh se pensiamo al tempo come una strada lastricata di ricordi ed esperienze di vita, possiamo vedere che man mano, con il suo scorrere, questa strada muta e da un lastrico perfetto, diventerà sempre più piena di fratture e di grosse buche, a cui spesso non si può mettere nessuna toppa; una strada che prima o poi si interromperà e sarà lì che con il nostro carro dorato la percorreremo velocemente per capire se quelle ruote dorate reggeranno fino alla fine lasciandoci al capolinea con il sorriso sul nostro capezzale o si romperanno prima, per non ricordare tutto ciò che abbiamo vissuto, lasciandoci a metà strada e abbandonando questo palcoscenico con l’amaro in bocca, con la consapevolezza di non aver fatto bene o di essersi nascosti dietro a quel mondo fittizio che di felicità non ha nulla. Nessuno conosce il segreto di questa fantomatica felicità, nessuno, neanche chi è ricco ne conosce il vero significato, sta a noi cercare di trovare la giusta chiave per questo rebus impossibile chiamato vita.