La cultura e la bellezza salveranno il mondo: è questo, il mantra che da sempre accompagna, quasi consolandoci, i periodi di crisi e maggiore spaesamento; quando tutto attorno a noi sembra fallire, come il mercato, o avviarsi ad una lenta e inesorabile scomparsa, come la natura, ecco che l’attenzione rivolta alle arti e al sapere ritorna, evocata, quale ultima e unica àncora di salvezza. Eppure, mai quanto dopo la crisi pandemica ci si è resi conto di quanto tale imperativo sia stato molte volte declinato per altri fini, spesso propagandistici e ben lontani da una reale volontà e consapevolezza. Di questo, e molto altro, parla il saggio di Luigi De Luca, intitolato La cultura non basta, recentemente pubblicato da Edizioni dell’Asino, casa editrice coordinata da Goffredo Fofi. Intellettuale attento al sociale e da sempre impegnato nella gestione del patrimonio culturale in una prospettiva di cooperazione territoriale, De Luca è ad oggi il direttore del Museo Castromediano di Lecce, nonché il coordinatore dei poli biblio-museali della Regione Puglia. Nel suo ultimo libro, egli ritorna a riflettere, con lo sguardo critico proprio dell’intellettuale, su ciò che, dopo la pandemia, ha reso di fatto impossibile un reale cambiamento nel sistema-Mondo per come oggi lo conosciamo: attribuendo una grande responsabilità al dilagante individualismo e alla presa di dominio delle logiche del mercato, di cui fa parte quella che egli stesso definisce un’«economia della cultura», De Luca propone con esaustiva chiarezza e concreto pragmatismo una chiave di rinascita, fonte di speranza e – si oserebbe dire – militanza: «La più grande trasformazione sociale che l’umanità ha vissuto è stato il crollo delle comunità locali, determinato dalla rivoluzione industriale e dall’avanzata del capitalismo. Lo stato e il mercato hanno soppiantato i tradizionali legami di solidarietà costitutivi della comunità», scrive De Luca. «Lo stato attraverso i suoi funzionari e il mercato attraverso la propaganda hanno ridisegnato l’universo dei bisogni e delle aspettative di una umanità privata degli ancestrali punti di riferimento e trasformata in massa amorfa».
Il libro sarà presentato il prossimo venerdì 15 settembre alle ore 19, nell’atrio del Castello Volante di Corigliano D’Otranto, alla presenza di Dina Manti (sindaca della città), Pier Giorgio Giacchè (antropologo, scrittore e saggista), Francesco Maggiore (visual designer e operatore culturale – BigSur), Loredana Capone (presidente del Consiglio Regionale Pugliese). L’incontro sarà moderato da Lorenzo Madaro (curatore e docente di Storia dell’arte contemporanea all’Accademia di Brera – Milano). Il ricavato della vendita del libro verrà destinato a Huipalas che a Kijiji, in Kenia, coltiva il sogno di una comunità per l’arte e la cultura.