Squinzano, 25 Marzo 2024, Chiesa Matrice. All’interno l’aria pregna di sacralità, ognuno dei partecipanti è lì per un unico e solo motivo, ciascuno a modo suo, vive questo momento con emozioni diverse. Una folata di vento attraversa la Chiesa, nessuno ci fa caso, tutti pensano a quel canto, a quel motto, alla promessa che per la prima volta tutti gli scout, grandi e piccoli rinnovano per la seconda volta: “Semel scout semper scout”. Quella folata di vento, noi, vogliamo immaginare sia Maurizio, venuto lì per ringraziare e salutare ancora una volta i suoi compagni, che con qualche capello bianco in più, restano sempre i ragazzini di un tempo con cui Maurizio passava le sue giornate tra giochi e sogni nel cassetto ancora da realizzare.
Vestito da scout, attraversa la navata centrale cantando insieme a loro, ancora una volta, come se nulla fosse cambiato in questi anni. Maurizio osserva tutti i presenti con lo sguardo da bambino, non li conosce tutti, ma questo lo emoziona, perché sa che la sua voce, la sua idea, è arrivata oltre ogni aspettativa. Ascolta l’omelia di Padre Pompilio, le parole di Don Gigi, Padre Salvatore e i saluti di Don Alessandro, che conclude la messa con una frase importante: “Il mondo va lasciato migliore di come lo si è trovato”. Una frase che tutti noi dovremmo imprimere nel nostro cuore, così come ha fatto Maurizio che, nella sua breve vita, ha dato e fatto tanto per questa comunità.
Gaetano, l’artefice di tutto questo evento, con la voce tremante ricorda il fratellino: “c’è ancora tanto da fare”, dice, ma la strada è lunga e ardua. Il “modello” scout, andrebbe insegnato nelle scuole, perché la vita da scout è diversa da tutte le altre, perché si cresce diversamente e soprattutto si guarda il mondo da un altro punto di vista, un po’ come l’unione tra uomo e natura. Naturalmente non potevano mancare i saluti del sindaco Mario Pede, che ringrazia Gaetano per aver creato tutto questo, incoraggiandolo, naturalmente, a proseguire il percorso intrapreso e comunicando che una via di Squinzano sarà presto dedicata a Maurizio.
Per concludere, immaginiamo un finale un po’ diverso da quello visibile, forse trascendentale. Maurizio cammina tra la folla che ormai è in piedi al termine della messa, compiaciuto e felice per quello che ha creato, sfiora quasi impercettibilmente ognuno dei presenti come segno di ringraziamento, guarda per un attimo gli occhi emozionati del fratello Gaetano donandogli nuova forza per proseguire ciò che tanti anni fa, un bambino con i suoi sogni e i suoi desideri, aveva iniziato.