Quando la musica è a più voci: Polifonia e Polietnia

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Tutto ciò che attiene al cambiamento è determinato dalla “Contaminazione”. Da quel necessario scambio culturale che rinnova, rigenera e sviluppa modalità di pensiero creativo e nuove visioni artistiche. Così, dall’incontro di importanti realtà quali il Coro Polifonico UniSalento, il Coro PoliEtnico del Politecnico di Torino, l’Associazione Mamamusica con la partecipazione del Dipartimento di Beni Culturali ed in particolare del Corso di Laurea in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo, è stato possibile realizzare il gemellaggio tra “Polifonia e Polietnia” tra “Università del Salento e Politecnico di Torino”.

Un ricco repertorio, quello proposto nell’evento del 26 ottobre scorso, nella splendida Basilica di San Giovanni Battista al Rosario ubicata nel centro storico e a pochi passi da Porta Rudiae a Lecce. Il concerto ha avuto inizio con il “Salmo 147 – Lauda, Jerusalem”, caratterizzato da un susseguirsi di voci, che con la loro sonorità hanno saputo trasformare le parole in canto ed evocare il fluire delle cascate purificatrici di una natura incontaminata e sacra. A seguire il brano “Paratum cor eius”, tratto dal Beatus vir, un invito alla consapevolezza delle potenzialità umane, che col suo vertiginoso canone conclusivo, invita a guardare verso il cielo. Il Coro UniSalento, arricchito dalla presenza dell’Istituzione Polifonica “A Vivaldi” e dall’Associazione Culturale “Mamamusica” è stato diretto dal M° Luigi De Luca ed accompagnato al pianoforte dal M° Valerio De Giorgi. “Baba Yetu” e “Soon ah will be done” sono i brani che hanno dato l’avvio ad una nuova modulazione. Il primo è la nota preghiera del “Padre Nostro” cantata in Swahili, un inno elaborato in chiave moderna che stupisce per le sue inattese risoluzioni melodico-ritmiche. Nei ruoli solistici: Gloria Verri e la M^ Francesca Zacheo, anche direttrice del coro Mamamusica. Il secondo è un noto spiritual dalle sonorità afroamericane, una commistione tra disperazione e orgoglio per un popolo, che con tenacia ha combattuto e purtroppo ancora combatte per l’uguaglianza. La polifonia di questi due brani si è arricchita della presenza del Coro PoliEtnico* del Politecnico di Torino, sempre diretti dal M° De Luca ed accompagnati al pianoforte dal M° De Giorgi. Il Coro Polifonico ha poi dato spazio ai colleghi del Coro PoliEtnico diretto dai Maestri: Giuseppe Crea, Matteo Gentile e Andrea Buonavitacola. Un repertorio che, come ha sottolineato Andrea Buonavitacola (direttore del Sedicetto*) “verte sull’importanza della cultura popolare tutta, associando questo obiettivo culturale a quello musicale dello studio di una letteratura corale di chiaro interesse”. I brani, magistralmente eseguiti e diretti, hanno spaziato da “E si fussi pisci” una serenata popolare siciliana, arrangiata in chiave contemporanea di Luciano Berio a “O Jesu dolce” composto da Bruno Bettinelli nello stile di una -lauda- e ancora, “If Ye Love Me” di Th. Tallis, ed il madrigale amoroso “Fair Phillis I saw sitting all alone” di John Farmer. Un concerto che ha saputo emozionare e far gioire i presenti, oltre che per la freschezza e l’entusiasmo degli ospiti di Torino anche per la commistione di stili e l’alternanza dei repertori.

(*Sedicetto: il gruppo, dice il co-direttore Matteo Gentile, nasce con l’intento di leggere del repertorio più cameristico, da vero e proprio ensemble vocale, con un’attenzione rivolta alla musica rinascimentale- vista la convenzione col Conservatorio G. Verdi di Torino- senza disdegnare la grande musica corale contemporanea, anche popular e folk).

(*il coro Polietnico è composto da studenti, dipendenti e professori del Politecnico di Torino, direttore responsabile Giuseppe Crea).