Giorgilorio (Le) – Si è tenuto mercoledì 27 febbraio, l’incontro pubblico sul tema “Campi elettromagnetici e salute”, presso la sala eventi della Parrocchia “Madonna della Fiducia”.
Lo scopo della serata è stato quello di sensibilizzare i cittadini, accorsi numerosissimi all’evento, sull’attualissimo problema dell’inquinamento elettromagnetico e la sua incidenza sulla salute, dati i connessi rischi cancerogeni e la presenza, nell’area tra Surbo e Giorgilorio, di ben 8 tralicci dell’alta tensione, un elettrodotto di 150KVolt (basti pensare che la portata elettrica nelle abitazioni è circa 680 volte inferiore). L’incontro, patrocinato dal Comune di Surbo, è stato organizzato da cittadini di Giorgilorio attivi nel volontariato: Federica De Masi, vice presidente di ADMO Lecce, Carmine Romata, presidente del Gruppo Fratres Giorgilorio, Luigi Surace di Lilt (Lega Italiana Lotta Tumori) Lecce e il dott. Casciaro, direttore della farmacia comunale di Giorgilorio.
Ad aprire i lavori dell’assemblea è il dott. Capone, sindaco di Surbo; precisa che il problema dell’elettrodotto nel centro abitato è noto dal 1997 ed è stato affrontato, già in passato, con Enel e il Ministero dell’Ambiente, ma senza l’ausilio di comitati cittadini e associazioni. Sottolinea, quindi, il ruolo fondamentale di questi ultimi nell’interazione con le istituzioni, auspicando di trovare, questa volta, delle soluzioni concrete. I dati di rilevamento presentati dal moderatore dell’assemblea, Michele Bruno, e gli studi esposti dalla dott.ssa Dini (Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biochimiche e Ambientali dell’Università del Salento) suggeriscono che, ad oggi, non è possibile affermare con certezza se esistano delle correlazioni, in maniera incontrovertibile, tra i casi dei cittadini che abitano o lavorano nelle vicinanze dell’elettrodotto in questione e le malattie che hanno sviluppato.
Ciò che allarma sono, però, le statistiche: 20, delle decine di casi di tumore verificate, hanno avuto un esito infausto. «La domanda da porsi, quindi, diventa – aggiunge Bruno – : possono i gestori di questa linea elettrica o le istituzioni garantire in maniera assoluta che non esistano correlazioni tra i casi di esposizione all’elettrodotto e le malattie tumorali sviluppate dai concittadini?».
L’avvocato De Iaco (già attivo promotore del referendum del 1987 contro la centrale di Cerano e docente di Diritto e Legislazione Ambientale), riprende il concetto già espresso dal sindaco, affermando che le soluzioni si trovano già nella normativa italiana (che risulta tra le più intransigenti in Europa in materia di tutela ambientale). L’intento deve essere quello di unire le forze di ogni singolo cittadino e creare un comitato che si impegni a lottare, a fianco delle istituzioni, per adottare una delle possibili soluzioni: interramento dei cavi o delocalizzazione dei tralicci.
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A fine assemblea, tutti i presenti hanno sottoscritto la propria adesione ed è stato costituito il comitato cittadino. Il primo impegno sarà di creare un protocollo d’intesa tra i comuni di Surbo e Lecce, per poi cercare l’appoggio da parte della Regione Puglia, facendo leva sulla normativa vigente, utilizzare i dati di rilevazioni e indagini scientifiche effettuate sul territorio per arrivare ad un accordo con il Gruppo Terna (azienda che gestisce e controlla la trasmissione di energia in Italia).
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