C’è poesia ovunque, c’è sempre un motivo per sorridere e vale più di cento motivi per piangere. C’è sempre qualcosa di cui andare fieri e stupirsi nello stesso tempo e nello stesso modo.
Ieri ad esempio, nei pressi della Porta 14 dello stadio “Via del mare”, prima di accedere alla Tribuna Stampa, ed assistere alla più brutta sconfitta del Lecce di quest’anno in termini di valore, sono stato preso d’assalto da 136 bambini e ragazzi dai 4 ai 16 anni. Erano i componenti della scuola calcio Salento Football Avatar della località Pittuini, situata tra Leverano e Porto Cesareo.
Un bagno d’entusiasmo, un abbraccio d’amore alla propria squadra del cuore, tutti pronti a tifare solo per la propria terra. A parlare con i ragazzi ti accorgevi di come c’è solo il Lecce nella loro testa, ed è bello riempire gli stadi di giovani.
Erano accompagnati dal Presidente, Marco Frassanito, dal consigliere della scuola, Massimiliano Miri e, tra loro, non poteva mancare il mentore dei più giovani, dei pulcini: Alessio Calasso
Proprio con Alessio Calasso ho voluto parlare di questo progetto, sono rimasto sorpreso dalla positività che ancora lo sport riesce a insegnare ed imprimere nei bambini, in un’era in cui l’impoverimento non è solo economico ma anche di valori. Questa la breve ma intensa intervista:
«Ciao Mister, o maestro? Come preferisci?».
A.C. «Alessio, solo Alessio» sorride in modo serafico.
«Alessio, è bello vedere i bambini allo stadio, è solo in occasione di questo match importante?».
A.C. «No, ogni domenica da due anni a questa parte, quando gioca il Lecce, siamo sempre qui, con tutti 136 i ragazzi e delle volte anche di più».
«Com’è lavorare con i più piccoli? Qual è la scelta che porta un amante del calcio a volerlo insegnare ai bambini?».
A.C. «Amo profondamente questo sport, e l’ho giocato fino alla categoria Eccellenza; poi per motivi di salute ho dovuto abbandonare. Sono un trapiantato di reni e ho dovuto fare i conti per anni con la dialisi che era diventata compagna di vita quotidiana. L’amore per il calcio ha fatto il resto. Ho sentito l’esigenza di insegnare ai bambini, non solo a dare calci ad un pallone o fare gol, ma anche a non mollare mai. Essere sempre pronti a lottare nelle avversità che quotidianamente si presentano nella vita. Voglio trasmettere dei valori che, a prescindere da chi riuscirà a diventare calciatore oppure no, possano servirgli nella vita. Non mollare mai è il nostro motto. E nello stesso tempo insegnare a tifare solo Lecce».
«Grazie Alessio, un’ultima domanda; se oggi il Lecce dovesse perdere? Che cosa dirai ai ragazzi?»
Sorride e risponde: «Dirò loro che nella vita non si può vincere sempre, ma già lo sanno, noi alla Avatar, insegniamo anche a saper perdere».
Parole importanti quelle di Alessio Calasso, parole che vanno ad accarezzare tutte le persone semplici che nella vita credono nei valori; lo sport è anche questo, è soprattutto questo … E, anche se il Lecce ha perduto amaramente, pazienza, bisogna saper perdere.