La realtà virtuale che cos’è? O, per meglio dire, cosa era e cosa è diventata ?
Nata per simulare situazioni, ambientazioni in videogiochi, film o quant’altro, è diventata parola d’uso quotidiano in questi anni in cui, scrivania, sedia e PC hanno colonizzato ogni forma d’attività.
Si parla quotidianamente di questo termine, riferito ai social tipo Facebook o Twitter. Piattaforme tecnologiche nate per aggregare ma diventate con il tempo, uniche agorà d’incontro in cui, la maggior parte delle persone, s’inventa diversa da quella che è realmente.
Fa specie e fa riflettere sugli investimenti che molte aziende fanno in questi “contenitori”; oramai siamo monitorati a 360° sui nostri usi e costumi. E fin qui potrebbe anche andare bene …
È preoccupante, però, come questi social sostituiscano, oramai, il dialogo faccia a faccia, il confronto costruttivo senza Wikipedia accanto. È d’uso comune scriversi e lamentarsi su fb, mandare a dire con twett o con un post ciò che andrebbe detto vis a vis.
Non c’è nulla di più bello del saper ascoltare e dell’essere ascoltati, perdendosi negli occhi e nella mimica altrui, non c’è nulla di più positivo del dire: quella persona mi piace oppure no, dopo averla realmente conosciuta.
Gattini che diventano leoni dietro ad uno schermo, gridano e inneggiano rivoluzioni e ambiscono ad essere gladiatori dell’arena del film con Crowe.
E poi?
Poi, dal vivo, hanno difficoltà a mettere in croce quattro parole. Questo è uno degli effetti collaterali di questo tempo, questo è uno dei dolori di cui soffrirà domani la società.
Ricordiamo con affetto il passato. C’era un tempo in cui da piccolini o da giovani ci emozionavamo e diventavamo rossi quando qualcuno ci diceva “mi piaci”, ora invece non si usa più o per essere ottimisti si usa di rado. Oggi esiste il “Mi piace” cliccando su un mouse o su uno schermo touch, e tutti lì ad aspettare conferma.
Cambiano i tempi, cambiano i miti e non ci sono più gli eroi, anzi, oggi siamo tutti eroi di un mondo che va a bit e non ad emozioni.