L’Editoriale
Fuori c’è un sole caldo che riscalda il cuore. La primavera ha risvegliato l’allegria dei prati incolti che regalano quadri pittoreschi nelle più anonime periferie.
Avrei voluto parlarvi di questa improvvisa estate che ha portato una ventata di freschezza a questo periodo grigio che ha caratterizzato l’Italia, avrei voluto scrivere che, forse, gli italiani erano intenti a rilassarsi in spiaggia respirando un po’ di ottimismo.
Invece no.
Devo parlarvi di un sole che non c’è più o, meglio, di molti soli che hanno smesso di ardere in questa vita.
Una escalation di violenza in questa ultima settimana che fa venire i brividi.
Violenza domestica per l’esattezza, quella che si consuma tra le mura del nido, che viene perpetrata dall’uomo che ami, dal padre che stimi. Una violenza che oserei definire “intima” perché covata in forma latente nell’animo umano. Quando senti di un uomo rispettabile che improvvisamente stermina quasi con lucidità la propria famiglia, ti rendi conto che non esistono i buoni e i cattivi, ma esistono gli uomini con un diavolo dentro che si sveglia all’improvviso e senza un vero perché.
E non serve fornire solite e scontate motivazioni. “Forse la gelosia, forse problemi economici”, no! Solo l’impotenza umana di fronte a qualcosa che è più grande di noi, che è dentro e ci divora giorno dopo giorno.
Non sono mai riuscita a definire i miei sentimenti nei confronti delle persone che compiono tali gesti estremi (passatemi l’eufemismo), poi ho capito che l’unico sentimento che posso provare nei loro confronti è la pietà.
Non voglio parlarvi di numeri e dati Istat, quelli sono reperibili ovunque. Voglio parlarvi dell’uomo e della complessità del suo animo, voglio farvi riflettere sulla “normalità” di questi assassini. È un dato, questo, o una conclusione che non troverete in nessun articolo, su nessun sito internet e neanche qui. L’uomo che ha sterminato la sua famiglia non era diverso da noi. Ha sacrificato la sua vita per lo studio, il lavoro e poi la famiglia. Ha sposato quella donna perché l’amava, amava i suoi figli e viveva ogni giorno come noi. Non esistono i buoni e i cattivi. Esistono gli uomini e le loro mille maschere quotidiane, i loro tormenti e le loro inquietudini, i loro dolori, le loro paure che ogni giorno scavano il cuore, la testa e le ossa.
Questo voglio offrire oggi ai nostri lettori: una riflessione. Siamo così sicuri di poter dare definizione alla pazzia tanto da essere certi di non essere capaci di tali gesti?
Io non lo so dove vogliano arrivare la rabbia, il dolore e la frustrazione quando albergano dentro di noi. So che, come un comune virus, il nostro corpo ogni giorni tenta di combatterli. Qualche volta, però, è il virus a vincere.
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