È un Lecce pazzo quello che pareggia per 2-2 al “Via del Mare” contro un Carpi tutt’altro che irresistibile. Sia chiaro: la squadra ospite gioca la partita come può ed ha il merito di aver sorpreso il Lecce con la sua partenza sprint ma, ai fini del pareggio, è stato sicuramente determinante l’atteggiamento della squadra salentina che, nella prima mezz’ora della partita, ha lasciato la testa negli spogliatoi.
Toma si affida al collaudato 4-2-4 che, in fase difensiva, diventa un 4-3-3 con Memushaj che torna a dare una mano al centrocampo. Le novità di oggi, a parte il ritorno di Martinez al centro della difesa, sono Zappacosta al posto dello squalificato Giacomazzi con l’inserimento di Chiricò dal primo minuto al posto di Falco. Il primo boato dagli spalti, però, arriva quando la speaker annuncia la presenza in campo dal primo minuto di Chevanton (oggi capitano) con Jeda che va a sedere in panchina.
Il Lecce sembra partire forte ma è troppo sbilanciato e, dopo cinque minuti, viene sorpreso dal Carpi che trova il vantaggio con Arma che, lasciato solo in area, sigla il goal dell’1-0. Nemmeno il tempo di reagire e gli ospiti trovano il raddoppio ancora con Arma: calcio d’angolo con la difesa giallorossa che respinge il primo tiro ma non può niente sulla ribattuta dell’attaccante marocchino.
Questa volta, Chevanton e compagni capiscono cosa sta succedendo (si rischia di regalare la promozione diretta al Trapani che, nel frattempo, è in vantaggio sulla Reggiana) e provano a reagire. Quella di oggi, però, si conferma una giornata no e, dagli spalti, si assiste ad errori elementari ed incomprensibili per una squadra che ha come obiettivo quello di abbandonare questa categoria. Il Carpi continua a dominare ma, per fortuna, non trova il terzo goal.
È alla mezz’ora che, dopo una serie di errori (clamoroso quello di Di Maio che sbaglia il tap in vincente sulla respinta di Sportiello), il Lecce si sveglia. Il portiere carpigiano si supera per due volte su Chiricò e Chevanton manda alto sulla traversa dopo una bella azione conclusa con un velo di Bogliacino.
Il risveglio giallorosso si concretizza allo scadere del primo tempo: Chiricò prova un’incursione in area e guadagna un calcio di rigore. Dal dischetto di presenta Chevanton che spiazza con freddezza Sportiello accorciando le distanze.
Il Lecce che scende in campo nel secondo tempo è totalmente diverso da quello del primo. Toma toglie un Fatic non in giornata e gioca la carta Jeda che, da subito, fa la differenza dimostrando di essere più reattivo del solito. Il brasiliano va a giocare alle spalle di Chevanton e Chiricò portando, di fatto, l’assetto tattico su un 4-3-1-2. A guidare la squadra, però, è sempre l’uruguagio che cerca per diverse volte il pareggio da calcio di punizione senza sorprendere Sportiello.
Subito dopo il boato del Via del Mare che segnala il vantaggio della Reggiana sul Trapani, Toma inserisce Falco per Chiricò. Il talento di Pulsano crossa subito per Chevanton che insacca ma il goal viene annullato per un fuorigioco tutto da verificare.
Alla mezz’ora Benassi è provvidenziale su Pasciuti e, poco dopo, Jeda lancia Chevanton che insacca senza grossi problemi per il pareggio giallorosso. Il Trapani, però, ha anche pareggiato e il pareggio giallorosso non porta più al Lecce il primato solitario. In campo entra Ferrario per Di Maio ma il Lecce non riesce a beffare il Carpi che, nel frattempo, si è chiuso in difesa.
Ora più che mai il Lecce ha l’obbligo di crederci. Un pareggio del Trapani può essere un caso, due possono essere un indizio. Domenica prossima si deve andare a Bergamo per vincere e sperare in un terzo passo falso consecutivo dei siciliani guidati da Boscaglia. Per dare un senso a questa ipotesi, però, il Lecce deve giocare da Lecce: quello del secondo tempo, per intenderci. Non succede, ma se succede…
{loadposition addthis}