Presentato Moriero: disciplina e attaccamento alla maglia le due parole d’ordine

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Moriero TesoroQuesta mattina, allo stadio Via del Mare, è stato il giorno della presentazione di Francesco Moriero nella veste di nuovo (e, secondo gli auspici di Antonio Tesoro e dei tifosi, unico della stagione)  allenatore del Lecce. Una scelta, come spiegato dal direttore sportivo, non scaturita dal legame tra il nuovo allenatore giallorosso e la sua città ma dalle sue capacità e dal suo modo di vedere il calcio che ha creato, fin da subito, grande sintonia nella società. Nelle parole del direttore, si vede la felicità perchè “oggi è lo start della nuova stagione che rappresenta la fine della vecchia” con tutti i suoi problemi e le sue delusioni.

Come dice una canzone, “certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”. L’amore fra Checco Moriero e i colori giallorossi non è mai finito e non si è mai affievolito: è stato una costante nella vita del mister che, visibilmente emozionato, ricorda: «Sono andato via dal Lecce che ero un ragazzino con i riccioli biondi e ci torno con i capelli bianchi: ringrazio la famiglia Tesoro per avermi dato questa possibilità».

Poi qualche sorriso compiaciuto e il silenzio. I giornalisti chiedono qualche parola in più ma è lo stesso neo-allenatore a spiegare il suo silenzio: «Non mi piace parlare molto, le parole le porta via il vento. Mi piace lavorare e non vedo l’ora di iniziare».

In realtà, rispondendo alle domande dei giornalisti, viene data più di qualche informazione sulla stagione che sarà: «Chi giocherà nel Lecce dovrà capire l’importanza della maglia che indossa. Non prometto di vincere tutte le gare ma assicuro che la maglia sarà sempre sudata e che i miei giocatori daranno sempre il massimo in campo. Con la società non abbiamo parlato molto ma anche loro, come me, vogliono una squadra che dia sempre il 100%». 

Nella vita non è un vincente chi non cade ma chi, dopo essere caduto, ha la forza di rialzarsi ed è questo il compito del nuovo Lecce: imparare dagli errori del passato per ricominciare la corsa verso il calcio che conta, anche se tutti giurano di non aver nominato nemmeno per sbaglio la seconda lettera dell’alfabeto. Quello che vuole Moriero sono degli uomini (non solo calciatori) che diano il massimo con professionalità e attaccamento alla causa giallorossa. È lui stesso a sottolineare che «chi vuole stare con Moriero deve capire che ci sono delle regole da rispettare».  Non vuole dire niente di tutto quello che, a torto o a ragione, è emerso sulla vita privata, mondana e, a volte, lavorativa dei calciatori giallorossi. 

Non ha un modulo preferito Checco Moriero. Si può adattare dal 4-2-3-1 al 4-3-3 passando per il 4-4-2 perchè, dice, il suo modulo è vincere. Preferibilmente con un calcio offensivo e propositivo. Il suo modello di allenatore? Lo stesso allenatore che per primo credette in lui nel Lecce e che, sempre per primo, gli ha mandato gli auguri per questa nuova esperienza.

Già, un sogno che si avvera, ma non è stato facile il suo arrivo a Lecce: «Ho sempre sognato di allenare il Lecce e venire qui non è stato facile: dovrò mettere da parte i colori che ho nel sangue e cercare di fare bene il mio lavoro».

Moriero è un grande tifoso del Lecce ma, da oggi, è prima di tutto un professionista come lo era in giro per l’italia dai campi della serie C giallorossa alle panchine su cui si è seduto con sorti alterne passando per San Siro quando si guadagnò il soprannome di “Sciuscià” pulendo in campo le scarpe a Ronaldo anche se, visti gli assist al bacio fatti al Fenomeno dal ricciolino leccese, a volte ci sarebbe dovuta essere la stessa scenetta con i ruoli invertiti. Il professionista Moriero non vede differenze tra allenare il Lecce e il Grosseto: «Ho sempre dato il massimo e oggi vengo al Lecce per lavorare, poi è normale che fuori dal campo, se vinceremo, uscirà il tifoso che è in me».

Al mister (strano chiamarlo così) non piace pensare al passato, piuttosto preferisce guardare al futuro partendo da una piazza che l’ha accolto alla grande. «Da ieri il mio telefono squilla in continuazione, dicevo a mia moglie che non ho ricevuto tante chiamate nemmeno quando sono andato all’Inter: i miei amici sanno che oggi è uno dei giorni più belli della mia vita perchè ho realizzato un sogno e, continua, da oggi dovremo dare tutti il 120% anche se questo non basterà. Chiedo ai tifosi di starci vicino perchè sono il nostro dodicesimo uomo in campo, il nostro valore aggiunto rispetto agli avversari». 

Con la loro grande esperienza, Moriero e Tesoro sfuggono dal discorso mercato perché: «È ancora presto per parlarne. Giacomazzi e Chevanton? Valuterò con la società», dice il tecnico Leccese, e gli fa eco il DS che, comunque, snocciola brevemente le varie trattative in corso: «Vogliamo fare piazza pulita perché non vogliamo più rivivere situazioni già vissute l’anno scorso. Per Ferrario e Di Maio c’è qualche interesse che vedremo come andrà a finire, con Bogliacino ci siamo incontrati e vogliamo andare avanti insieme mentre, con Martinez, stiamo trattando.  Questa settimana, comunque, sarò a Milano quindi potrebbero esserci dei movimenti».

Con Francesco Moriero parte un nuovo Lecce fatto di giovani e promesse, anche quello in cui giocava lui lo era e lui stesso non perde occasione per mandare un messaggio ai vari Kalombo, Falco, Chiricò, Di Mariano, Bleve e a tutti gli altri ragazzi: “Per me non conta l’età: voglio vedere anche nei giovani lavoro e voglia di lottare per la maglia. Se dimostreranno di meritarlo, con me troveranno sicuramente spazio”. 

Lo staff tecnico del tecnico leccese, sarà composto da Raffaele Di Fusco (ex compagno di squadra al Napoli di Moriero che sarà confermato preparatore dei portieri), Alessandro Morello (allenatore in seconda) mentre, per il ruolo di preparatore atletico, il mister ha indicato Donatello Matarangolo con cui la società si è messa già in contatto. 

Con Moriero parte il nuovo Lecce che avrà il compito di riportare l’entusiasmo e far dimenticare le delusioni del passato. 

In bocca al lupo, mister!

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