Violetta e Alfredo a Villa Tamborrino: la Traviata va in scena a Maglie

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La TraviataMaglie (Le) – Si leveranno i lieti calici sotto il cielo di Maglie con La Traviata di Giuseppe Verdi, che verrà portata in scena dal “Circolo delle Quinte”, nella meravigliosa cornice di “Villa Tamborrino”, il 18 Luglio prossimo, alle ore 20.30.
La quarta tappa per il fortunato allestimento della giovane compagnia musicale salentina, che dopo i successi di pubblico e critica, ottenuti a Salice, Novoli e Spinazzola (BAT), giunge a Maglie con un’unica missione: stupire.

Pregevoli le intenzioni dell’intera compagnia, composta da giovani artisti (l’età media del gruppo non supera i 26 anni) che, animati dall’amore e la passione per l’opera si sono uniti per omaggiare Giuseppe Verdi nell’anno del bicentenario dalla nascita, a dimostrazione che l’Opera italiana ha ancora tanto da raccontare, non invecchia col passare del tempo e ha fra i giovani, ancora oggi, i suoi estimatori e seguaci, nonché gli addetti ai lavori.

Promettente e di alto livello il cast. Il soprano Maria Luisa Lattante, voce magliese dal taglio raffinato, sarà Violetta. Il ruolo di Alfredo è invece affidato alla potenza vocale del tenore Giuseppe Tommaso. Giorgio Schipa, baritono ben noto al pubblico leccese e non, vestirà i panni di Giorgio Germont. Non meno degni di nota i comprimari: il soprano Marta Nigro (Flora Bervoix/Annina), il tenore Antonio Basile (Gastone), il baritono Gianluigi Palma (Barone Duphol), il basso Aldo Orlando (Marchese d’Obigny), il basso Marco Piliego (Dott. Grenvil).

L’attore Luigi Palazzo intesserà, tra un atto e l’altro, la trama e l’ordito della storia, rendendo più agevole il racconto a quanti decideranno di accostarsi, per la prima volta, all’ascolto dell’opera. 
Le coreografie del corpo di ballo Spazio Danza Due sono curate da Barbara Vullo.
Sul podio, a dirigere l’orchestra Il Circolo delle Quinte, la bacchetta del M° Marco Bossi, presidente dell’Associazione.
A firmare la regia, la giovane regista salentina, Rosangela Giurgola.

«Traviata è una continua avventura per tutti noi. – afferma la regista – Ogni volta che ci accostiamo alla messa in scena dell’opera, sperimentiamo nuove sensazioni, nuove emozioni. Violetta e Alfredo sono entrati a far parte delle nostre vite. Per il pubblico di Maglie proporremo un allestimento nuovo, che ripercorre un po’ il nostro debutto, con un’ambientazione anni ’20, in una Parigi che celebra i fasti del primo dopoguerra e si lascia cullare dal gaudio del boom apparente e immediatamente precedente la grande depressione. Tra le feste borghesi in dimore sfarzose e decadenti, lo champagne e i vizi di una società sconsiderata, si consuma il dramma di Violetta e del suo Alfredo. Violetta è morta a ventidue anni. In pratica era mia coetanea. Ventidue anni di vita condotta tra la miseria e la violenza di un padre solo e costantemente ubriaco prima, e poi, improvvisamente, tra il lusso malato e corrotto della Parigi ricca e viziata. Violetta è diventata donna senza aver avuto il tempo di rendersene conto. A partire da questa riflessione ho voluto portare in scena, in questa Traviata, l’infanzia sepolta e mai dimenticata della protagonista, nelle sembianze del ricordo in soggettiva della stessa Violetta che si rivede bambina nei momenti in cui si accorge di essere cresciuta troppo presto, in un mondo di adulti che ha cancellato la sua purezza, rapito la sua innocenza. La sua unica colpa è quella di aver cercato e ottenuto il riscatto dal passato a tutti costi, scegliendo la via più facile di una vita dissoluta, senza tenerezza, senza palpiti, senza amore. E quando incontra quell’amore che è palpito dell’universo intero, perde la corazza, getta le armi, rinuncia alla rivalsa e impara a sognare di essere felice.
Sogno svanito troppo presto all’ombra delle convenzioni sociali, nel segno della rispettabilità di una famiglia oltraggiata dalla sua presenza nella vita di Alfredo. Ancora una volta sceglie di sacrificarsi.
La redenzione di Violetta è la ricerca della fanciullezza perduta, nascosta nell’ombra di una donna traviata. Redenzione dall’amore, dal peccato dell’amore in una vita che non ammetteva innamoramenti. La sua colpa era stata aver amato troppo, quando si era accorta di non aver amato mai prima di allora. La morte è la vera salvezza di Violetta. Il vero ritorno al passato a cui mai aveva detto addio.»

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