L’Editoriale
Beffa non è senza dubbio il termine corretto per descrivere questa triste affermazione di Bondi. Direi che offesa pubblica calzi un tantino meglio. La smentita giunta dopo la bufera che gli si è scagliata addosso fa vomitare. Ha offeso i tarantini, i salentini, i pugliesi e gli italiani tutti, che da mesi seguono la complessa vicenda dell’Ilva.
C’è chi di Ilva vive e c’è chi di Ilva muore; questa è la tragedia che ogni giorno vive una delle più importanti città di porto italiana. Dire che il problema dei tumori a Taranto è legato alla facilità con la quale ci si procurasse le sigarette (di contrabbando?) è come dire che Gesù Cristo in croce è morto di freddo.
Ma perché certi personaggi in giacca e cravatta credono di poterci prendere in giro tutti, così arbitrariamente? Ma abbiamo mai dato l’idea di essere un popolo di ignoranti?
Davvero si resta senza parole e con tanta di quella rabbia nel cuore che il sangue arriva al cervello! Ma come avrà sanguinato la ferita di quelle mamme che hanno seppellito figli prematuramente a causa di un tumore, dei mariti che hanno detto addio alle loro mogli e che le hanno viste spegnersi lentamente e tra atroci sofferenze?
Caro Bondi è troppo tardi per smentire. Una panzanata del genere non avrebbe mai neanche dovuto sfiorarti la mente. Forse il fumo ha annebbiato te per qualche ora e non saresti giustificato lo stesso. Potresti compiere un gesto di umiltà e, piuttosto che negare miseramente come un bambino pescato con le mani nella marmellata, chiedere scusa a tutti i tarantini e defilarti dignitosamente con una bella lettera di dimissioni. Un commissario che fa gli interessi del privato non ci serve. Abbiamo bisogno di qualcuno che dia una svolta, che renda l’Ilva un polo siderurgico d’eccellenza, un esempio per tutta l’Europa in fatto di rispetto dell’ambiente e della salute pubblica. Per una volta noi italiani vorremmo essere i primi in qualcosa: magari i primi ad aver risanato in poco tempo e in modo efficace, l’acciaieria più importante d’Europa. L’Ilva dovrebbe e potrebbe essere il nostro vanto se solo qualcuno evitasse escamotage e si rimboccasse le maniche.
Ho sentito il rumore delle tue unghie scivolare sugli specchi. Poi ho rivisto nelle mente le strade rosse di Taranto ed ho pensato che ormai si stiano tingendo di sangue e non più d’acciaio. Intanto il documento è al vaglio del ministro all’ambiente Orlando che a breve incontrerà il commissario Bondi e il presidente della Regione Puglia Vendola.
Un documento che sbriciolerebbe anni e anni di studi, di incontri, lotte, manifestazioni. Un documento che sembrerebbe dire: tanto rumore per nulla! I tarantini fumano e anche tanto! Poi si sa è una città di porto, dedita alla povertà e al degrado a tutti i costi, dove le stecche di sigarette di contrabbando andavano via come il pane. È una città marittima, è normale che si fumi di più! Ma come non averci pensato prima? Io questa associazione tra la città marittima e il fumo non lo avevo mai fatto! Ero erroneamente convinta che in una città marittima i polmoni fossero “agevolati” dallo iodio e dai benefici del mare!
Carissimo Bondi, mi domandavo: ma tu fumi?
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