Se un filosofo americano ha sentito l’esigenza di scrivere un saggio, è evidente che siamo di fronte ad una questione seria e cruciale. E che lo sia davvero possiamo verificarlo ogni giorno, visto che la categoria filosofica dello stronzo è ampiamente rappresentata: in ufficio e fra gli amici, in politica e persino fra i parenti.
Ma chi può definirsi “stronzo” ?
Secondo l’autore di questo saggio, chi si arroga sistematicamente privilegi che non gli competono, sulla base di un radicato senso di superiorità che lo rende immune alle recriminazioni altrui.
Alcuni esempi ? Chi passa davanti in coda; chi interrompe continuamente chi parla; chi allude sistematicamente ai difetti di una persona. E giù un elenco di “specie”: bifolchi, compiaciuti, megalomani, presidenziali … Con tanto di nomi e cognomi.
Difendersi è difficile, ma non impossibile: bisogna resistere strenuamente, “controllando la tentazione di picchiarli a sangue” e cercare, nella cooperazione, una via al bene comune.