L’analisi: difesa ok, attacco così così.

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Il Lecce torna alla vittoria al Torre di Pagani e lo fa in un modo risicato, con un gol di Doumbia a pochi minuti dallo scadere. Per una volta quindi il lunedì mattina dei tifosi leccesi è caratterizzato da un leggero sorriso da presentare nei rispettivi luoghi di studio e lavoro. La vittoria in terra campana porta il Lecce a quota 4 punti, a sole 4 lunghezze dalla zona playoff a causa dell’astruso regolamento di questo campionato di transizione verso la Lega Pro unica.

Vittoria tra mille condizionamenti – Il Lecce ha vinto al Torre sfoderando una prestazione poco più che sufficiente, non brillando di luce propria. Se è vero che la squadra di Lerda ha messo subito sotto gli azzurrostellati fin dal 1′ e sfiorando già il vantaggio con Walter Lopez dopo quattro minuti, è anche vero che il quantitativo di occasioni prodotte dal reparto offensivo guidato da Jack Beretta, in attesa del ritorno di capitan Miccoli, è stato esiguo con il portiere Volturo impegnato per lo piu in disbrigo di palle bollenti al centro dell’area. A parziale giustificazione del Lecce c’è da dire che a Pagani si è giocato su di un terreno di gioco ai limiti della praticabilità, con zolle che si alzavano ad ogni passo dei 22 in campo. Un campo così malridotto non ha di certo aiutato i giallorossi, squadra dotata di palleggiatori dai piedi intelligenti in difficoltà sui terreni sconnessi. Il terreno maligno è stato fattore condizionante dell’infortunio di Tommaso Bellazzini, il cui muscolo ha fatto crac dopo 2 minuti a seguito della battuta di un corner. Tra martedì e mercoledì si saprà di più sull’entità del guaio patito dall’ex Cittadella.

Punti di forza ed elementi pericolosi – Il Lecce ha costruito la sua vittoria attorno ad una bella prestazione del pacchetto difensivo, comandato da un Martinez che forse è anche stimolato dalla remota possibilità di entrare nei 23 convocati della Costa Rica, già qualificatasi ai mondiali. Per il Tuma sarebbe la seconda avventura in Coppa del Mondo dopo quella di Germania 2006. Accanto alla sicurezza mostrata da Gilberto Martinez è da segnalare la seconda partita positiva in due presenze di Marcus Diniz, apparso sicuro nel ruolo di difensore di centrosinistra. Qualche segnale positivo anche da Kevin Vinetot, che ha ridotto al minimo le sbavature. La bella prestazione della difesa giallorossa ha avuto come conseguenza l’inoperosità, per il secondo match consecutivo, di Filippo Perucchini, che si è dovuto sporcare i guanti solo per una serie di uscite basse di ordinaria amministrazione. Dall’altra faccia della medaglia c’è da constatare anche la pochezza offensiva mostrata dalla Paganese di Agenore Maurizi che, orfana di William infortunatosi nel riscaldamento, ha contato su una coppia offensiva formata da Deli troppo impegnato nel lavoro di supporto al centrocampo e da Novothny solo in mezzo ai tre difensori. L’attaccante ungherese ex Napoli non ha ricevuto nessuna palla al centro dagli esterni Meola e Iraci, tenuti a debita distanza dalla zona calda dai dirimpettai D’Ambrosio e Lopez, elemento di grande valore prezioso e sprecato in una categoria come la Lega Pro. 

Alla conquista del Via del Mare – Ora l’obiettivo di Franco Lerda si sposta sulla prima gioia al “Via del Mare”. Domenica prossima i giallorossi saranno opposti al Gubbio, formazione a cui manca ancora la vittoria ma che ha assestato 4 punti, frutto di altrettanti pari con Salernitana, Prato, Viareggio e Benevento. Proprio contro gli “Stregoni” beneventani c’è stato il pari di ieri tra le mura amiche del “Pietro Barbetti” con la squadra di Carboni fermata sul 2-2 dal Gubbio. Alle segnature beneventane di Evacuo al 10’ e Campagnacci al 29’ hanno risposto i gol di Malaccari al 30’ e Caccavallo al 42’.

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