In inglese il suo nome è great barracuda. Il suo nome scientifico è Sphyraena barracuda. Appartiene alla famiglia degli Sfiranidi (Sphyraenidae)
Caratterizzato dalla forma allungata e dal muso appuntito, con la mascella inferiore prominente, il barracuda ha una colorazione grigio-bluastra-argentea dorsalmente e marrone ventralmente con delle macchie e delle bande nere. Questa colorazione è ottimale per mimetizzarsi.
I maschi e le femmine sono simili e difficilmente distinguibili.
Il barracuda possiede una larga bocca con denti allungati ed aguzzi, presenti anche sul palato, indispensabili per afferrare la preda e che gli conferiscono inoltre un aspetto decisamente minaccioso. Questo poderoso pesce può raggiungere i 2 m e pesa circa 40 kg.
Le pinne dorsali sono 2, molto distanziate tra loro e la caudale è nettamente incisa e appuntita; sono poco sviluppate le pinne ventrali e pettorali.
E’ un pesce predatore voracissimo, e si ciba di pesci, calamari e crostacei. Grazie alla poderosa mascella e dentatura è in grado di spezzare un pesce in un sol colpo. La strategia di caccia può richiedere lunghe attese oppure inseguimenti veloci.
Il barracuda nuota restando sempre all’erta e facendo affidamento per lo più sulla vista acutissima.
Il suo habitat è costituito da fondali sabbiosi a volte anche vicini alla costa, fino a 100 m. di profondità. Il barracuda adulto conduce una vita solitaria soprattutto di notte; durante il giorno si possono scorgere banchi di giovani ed adulti. Forse il fatto di vivere in gruppo di giorno è strategico per proteggersi da eventuali predatori e per cacciare meglio. Viene normalmente associato a mari tropicali, ma è in realtà abbastanza frequente nel Mediterraneo. Ci sono diverse specie: Sphyraena borealis, che vive dalle Bermuda fino al golfo del Messico, è lungo circa 45 cm.
Il grande barracuda (Sphyraena argentea o Sphyraena barracuda) vive nelle acque tropicali dell’Atlantico e nel Pacifico occidentale e arriva a misurare 180 cm.
Il barracuda californiano, le cui carni sono molto pregiate, sverna in Messico, ma all’inizio della stagione riproduttiva, in aprile, si sposta a nord verso acque più temperate dove le sue larve si nutrono di plancton.
Nel mar Mediterraneo sono presenti Sphyraena picuda e sfirena o luccio marino (Sphyraena sphyraena), quest’ultimo anche in Italia.
Non si sa molto sulla riproduzione del barracuda. C’è una teoria secondo cui si accoppia in primavera seguendo le fasi della luna, mentre un’altra ipotesi lo vede riprodursi tutto l’anno, ad eccezione dei periodi più freddi.
Avvenuta la fecondazione, le uova sono lasciate al loro destino in balia della corrente.
Le larve ricercano ambienti tranquilli e ricchi di alimenti come le foci; successivamente si portano in profondità e, raggiunti i 5 cm di lunghezza, lasciano definitivamente le acque dell’estuario per l’oceano aperto in prossimità della barriera corallina. Fondamentale per il barracuda è la disponibilità di acqua pulita. Nonostante la cattiva fama, i barracuda non attaccano l’uomo. Gli sporadici incidenti occorsi a bagnanti e subacquei sono spesso dovuti a provocazioni o a comportamenti scorretti dell’uomo stesso: la maggior parte delle volte questo pesce attacca perché si sente provocato.
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