Non accennano a placarsi gli animi dopo il clamore suscitato nei giorni scorsi, dalla pubblicazione della telefonata avvenuta per mano de “il Fatto Quotidiano”, tra il governatore della Puglia Nichi Vendola e Girolamo Archinà, addetto alle relazioni istituzionali dell’Ilva. Nella telefonata “incriminata” Vendola, rivolgendosi al suo interlocutore, afferma di aver apprezzato la reazione dello stesso nei confronti di un giornalista di un’emittente tarantina, che aveva rivolto una domanda non proprio gradita a, Emilio Riva, il patron dell’impianto siderurgico, al termine di una conferenza stampa sul “Rapporto ambiente e sicurezza dell’Ilva”, nel Novembre del 2009.
La vicenda ha subito delle ripercussioni anche sulla stabilità della politica regionale decretando di fatto la spaccatura del consiglio.
Da una parte c’è la maggioranza del centrosinistra che prova a ridimensionare l’accaduto, conferendogli scarsa importanza perchè, dicono, per Vendola parla la sua storia, gli atti politici e le leggi varate in difesa della salute. Una maggioranza, dunque, che di fatto blinda il governatore, il quale incassa la fiducia inscindibile dei suoi.
Dall’altra parte c’è il centrodestra che si scaglia contro Vendola chidendone le immediate dimissioni. il Pdl insiste ponendo dei dubbi sulla “doppia morale” del Presidente, come afferma il capogruppo Zullo: ” quella che in pubblico monta le barricate in difesa della salute e del lavoro e che in privato se la intende con i poteri più forti”.
Il governatore continua a difendersi sostenendo: ” è stata una telefonata fatta per riallacciare i rapporti con l’ambasciatore Ilva sui temi della difesa dei posti di lavoro e ambientalizzazione”. Aggiunge, infine, che non intende dimettersi in quanto il contenuto della conversazione non costituisce reato.
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