Lecce – Il Lecce onora come meglio può la memoria di Michele Lorusso e Ciro Pezzella nel trentennale della loro scomparsa e, in una partita dai toni alti, allunga la sua striscia positiva a quota 8 partite e comincia a fare la voce grossa in un campionato che, a seguito della sconfitta dell’Aquila nell’anticipo di venerdì sera contro il Gubbio, cambia di nuovo capolista: è il Perugia di Andrea Camplone ora a guidare la classifica dopo lo 0-2 conquistato dal Grifo a Viareggio con gol del solito noto Eusepi e della scheggia Fabinho. La classifica è ancora enigmatica per i ragazzi di mister Franco Lerda che si attestano al 9° posto in coabitazione con il Benevento (che però ha una partita in meno); dall’altra parte però la zona playoff si sta compattando sempre più con le prime 10 squadre in una forbice di soli sette punti anche grazie ai pari di Pisa e Prato rispettivamente contro Salernitana e Ascoli.
Una partita gradevole – Il match di ieri del “Via del Mare”, che a sua volta ha registrato il minimo stagionale con 2993 spettatori totali, è stato vivace e pieno di occasioni da rete. La partenza lenta dei giallorossi è stata ovviata da una performance magistrale di Filippo Perucchini, migliore in campo del Lecce ed autore di almeno tre interventi salva-risultato nell’arco dei 90’. Il numero 1 ex Como ha mostrato di essere una saracinesca soprattutto nelle uscite basse con una scelta di tempo perfetta che ha vanificato i tentativi dell’attacco grossetano guidato da Giovio. Il Lecce visto ieri ha faticato ad imbastire delle buone trame d’attacco, complice la giornata no di Mariano Bogliacino ed il terreno del “Via del Mare” pieno di insidie a seguito delle abbondanti piogge della giornata di sabato, precipitazioni che hanno raggiunto l’impianto del capoluogo salentino anche nei secondi 45’ di gioco. Proprio la ripresa, con il Lecce in vantaggio grazie ad una magia di Miccoli, bravo a danzare con la sfera in mezzo a Terigi e Burzigotti e preciso nella conclusione, ha sfoderato un Lecce con tanto sacrificio e corsa che ha domato gli attacchi grossetani. I giallorossi sono stati anche sfortunati sugli episodi dei tre legni, colpiti da Melara e D’Ambrosio, il cui eventuale rimbalzo in rete avrebbe chiuso la contesa ed evitato il finale ansiogeno con annessa occasione sprecata da Terigi al 95’.
Miccoli in ascesa – Un parziale merito nella partita di ieri va anche a capitan Fabrizio Miccoli, trascinatore del Lecce, autore del gol spacca-partita. Il 10 del Lecce non è comunque ancora al top della forma ma lo stesso si sta impegnando per raggiungerla al più presto; il minutaggio del capitano giallorosso è ancora a quota 60’-65’ e la fatica del ruolo da centravanti solitario lo costringe alla staffetta con Gianmarco Zigoni. La nota stonata della giornata di ieri è stata la terza ammonizione consecutiva di Walter Lopez, provvedimento che costringerà il terzino uruguagio allo stop di un turno proprio nella partita contro il pericoloso Frosinone guidato dall’ex Stellone. La difesa, partita così così anche in fase di costruzione e con un Vinetot reo di qualche fallo di troppo nelle zone calde della trequarti, ha allungato il suo trend di imbattibilità contro un Grosseto, sofferente di carenze in attacco, sbattutosi contro il muro innalzato da Filippo Perucchini e Gilberto Martinez. La squadra di Antonello Cuccureddu si è però dimostrata ordinata dietro (con il portiere Lanni che ha evitato il raddoppio più volte) ed abbastanza educata a centrocampo sotto la direzione del metodista ex Reggina Bombagi migliore in campo dei suoi. Il Lecce ieri ha vinto, soprattutto, grazie ad un buon quantitativo di cuore, sacrificio e carattere, qualità che sono mancate nella scorsa stagione specialmente nel momento magico del più 10 sulle inseguitrici, qualità che nelle menti dei tifosi vengono subito ricondotte ai compianti Ciro e Michele.
(fotogallery di M.Caputo)
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