Rap, Munny: umiltà e passione sono la chiave giusta per emergere

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MunnyNovoli (Le) – Il mese scorso Paisemiu.com ha fatto conoscere e promosso il lavoro dei rapper, e non solo, membri delle Street Recordz Family.
Questa è la volta di un talento puramente novolese:
Dario De Filippis, anche lui rapper, anche lui con un nome d’arte: Munny.

Dario, il tuo nome d’arte è “Munny”: da dove deriva la scelta di chiamarti in questo modo? Cosa vuol dire?

Mi fa sempre sorridere ripensare alla scelta del mio pseudonimo! In tutta sincerità è nato dal mio nomignolo che i miei amici simpaticamente mi avevano dato, come è solito fare fra ragazzi. Il mio, purtroppo, era “munnizza”. Beh, chiamiamolo pure “colpo di genio”, ho trasformato il soprannome in nome d’arte, per far diventare i miei punti deboli i punti di forza, e da qui ““”Munny”.

Quando hai capito che il rap potrebbe essere la tua strada o, comunque, la tua passione che più ti possa soddisfare?

La mia passione per la musica c’è da sempre: durante le scuole medie frequentai un corso per imparare la chitarra classica, nel frattempo mi dilettavo a scrivere già dei testi, ma non erano su basi hip-hop. Conobbi ragazzi come Mixa e Gabe (all’epoca erano gli Streetmen) creammo una crew, la Streetmen Crew per l’appunto, e, così,  mi avvicinai molto al mondo dell’hip-hop, mutando naturalmente anche i miei testi e le basi da usare.
Inizialmente, però, avevo paura di far brutta figura, quindi non riuscivo a lanciarmi nel bel mezzo della scena e provare a registrare dei pezzi. Ma non riuscivo a scrivere soltanto, dovevo registrare qualcosa, ne sentivo il bisogno. Conobbi Keccone, che mi diede la possibilità di migliorarmi nel suo “KHD Studio” e proprio lì, nel gennaio 2011, registrai il mio primo pezzo, “La legge del nada”: da quel momento non riesco più a fare a meno di questa musica.

Spesso ti sei occupato di temi d’attualità come ad esempio il caso mediatico degli omicidi delle piccole Sarah Scazzi e Yara Gambirasio. Ti risulta più facile parlare di sentimenti oppure di questioni popolari che toccano la sensibilità di molti?

Sinceramente non ho un argomento preciso di cui preferisco parlare nei miei testi. Mi occupo di attualità, come nel caso di Sarah e Yara, parlo di sentimenti, scrivo le cosiddette Punchlines (le rime da battaglia) e molto altro. I fatti accaduti alle piccole Sarah e Yara mi hanno toccato tantissimo e ho realizzato un pezzo in loro memoria; lo scopo era anche per denunciare la pressione mediatica creata sui casi, ma fui anche frainteso: erano in molti quelli che credevano che lo feci solo per crearmi una certa popolarità su Youtube.

Qual è la tua canzone a cui ti senti più legato? Perché?

Ho registrato cinquanta canzoni, ma, sinceramente, non ne ho una preferita. Sono molto più fiero, però, dei miei ultimi lavori perché, chiaramente, sto notando un miglioramento progressivo in me stesso. Comunque sono più legato  a “La legge del nada”, forse perché è stata la mia prima canzone, magari senza quel pezzo in quel momento preciso della mia vita non avrei nemmeno iniziato.

Di cosa parla “La legge del Nada”?

“La legge del nada” parla della situazione italiana, di crisi e di politica. È in collaborazione con Keccone, il mio mentore.

A quali esponenti del rap (nazionali e internazionali) ti ispiri?

Ho dei rapper preferiti, ma non dei rapper a cui m’ispiro. Preferisco più la cosiddetta “vecchia scuola”: provo più piacere ad ascoltare rapper come Eminem, Tupac e tantissimi altri artisti internazionali; tra gli italiani cambia un po’ il discorso: ascolto un po’ di tutto, da Joe Cassano a Gemitaiz, da Inoki a Caparezza, Mondomarcio, Clementino, Ensi, e chi più ne ha più ne metta.

Pensi che il rap abbia una funzione sociale?

Il rap, secondo me, può essere fatto per vari scopi: c’è chi lo fa per funzioni sociali, chi lo fa solo per soldi e popolarità (cosa a cui sono totalmente contrario), o chi lo fa per star bene con se stesso. Per quanto mi riguarda lo uso volentieri in funzioni sociali, anche perché è nato per portare messaggi, denunciare, ha un linguaggio molto più aperto e diretto rispetto ad altri generi proprio per questo motivo.

Qual è l’ultima canzone che hai pubblicato? Di cosa parla?

L’ultima mia canzone pubblicata ha previsto la collaborazione di un mio caro amico, Dinho, anche lui rapper, anche lui novolese. Il titolo è “Cuore turbato”, parla di un soggetto immaginario, che si sente, per l’appunto, turbato, impotente, per via di situazioni che vive e, soprattutto, per essersi fatto “scappare” la donna della sua vita.

Qual è, invece, la prossima canzone che pubblicherai? Di cosa tratta?

Per ora non ho singoli da far uscire. Vi svelo che sto lavorando per il mio prossimo album, mi sto prendendo più tempo del solito perché voglio che sia un lavoro davvero ben fatto. Posso darvi solo una piccola notizia riguardante una canzone dell’album: sarà la seconda parte di un mio vecchio pezzo.

E’ già trapelata la notizia che il 18 gennaio canterai sul palco ai piedi della Fòcara 2014. Ce lo confermi?

Sì, confermo. Il prossimo 18 gennaio sarò sul palco della Fòcara a Novoli. Aprirò il concerto ad artisti come “Dubioza Kolektiv”, “BoomdaBash” e “Motel Connection”. Non vi nascondo che sono felice quanto teso perchè non sono abituato ad eventi di questo calibro, ma cercherò di dare tutto me stesso.

Da dove è nata questa partecipazione?

Non avrei mai creduto che sarei salito su quel palco in così poco tempo, è accaduto tutto così velocemente tanto che nemmeno riesco a dare una spiegazione su come mi ritrovo lì sopra! Diciamo che qualcuno mi ha consigliato a chi si occupa dei concerti, mi hanno ascoltato e sono stato inserito in scaletta.

Con chi canterai?

La scaletta del mio live non è ancora definita del tutto, ma molto probabilmente saliranno sul palco assieme a me i componenti della Street Recordz Fam.

Pensi che sarà la tua esibizione più importante fino ad oggi?

Beh si, senz’altro è il live più importante ed impegnativo che mi ritrovo ad affrontare finora. Ho cantato live in 5 o 6 altre occasioni, ma mai di questa importanza.

Prima di lasciarci, hai altri impegni in calendario?

Per ora non ho altri live in programma dopo di questo, ma spero che proprio quest’occasione mi spinga oltre i miei limiti e le mie conoscenze.

La nostra intervista a Dario termina qui. A noi di Paisemiu.com non resta che fargli un grosso in bocca al lupo per il grande evento della Fòcara e per il futuro!

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