Lecce – Giorni frenetici e caotici a Lecce per l’arrivo del Ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, in visita nella città barocca e protagonista di alcuni appuntamenti nelle scuole salentine.
Nella giornata di ieri il ministro ha potuto godere in pieno relax, delle bellezze barocche, facendo un ampio giro nel centro storico tra monumenti e gustando prelibatezze culinarie tipiche, lasciandosi andare ad un “Lecce è bella oltre ogni aspettativa”, rivolgendosi ai cronisti che l’hanno rincorsa per tutto il pomeriggio.
Il percorso, rigorosamente a piedi, ha previsto alcune tappe obbligate come la basilica di Santa Croce e Piazza Duomo dove ad attenderla c’era l’Arcivescovo, Domenico D’Ambrosio.
Questa mattina, invece, il ministro Cancellieri ha preso parte ad un incontro della rassegna “Costituzione, legalità, lotta alla mafia” promossa dal liceo statale “Leonardo da Vinci” di Maglie, in collaborazione con l’Università del Salento, il patrocinio della Provincia di Lecce e il comune di Maglie. Il guardasigilli ha affrontato lo scottante tema delle riforme della giustizia e della legalità. Al termine dell’intervento gli studenti hanno avuto l’opportunità di rivolgere alcune domande confrontandosi apertamente col ministro.
Di fondamentale importanza è stata la visita che la Cancellieri ha poi effettuato nel pomeriggio presso la casa circondariale Borgo San Nicola che a suo dire “funziona molto bene”, ma dove paradossalmente da anni si registrano diversi malumori dei detenuti e del personale che vi lavora. A tal proposito il sindacato degli agenti penitenziari, l’Osapp, ha predisposto un sit-in di protesta contro i vertici dell’amministrazione penitenziaria, accusata di non aver ascoltato i loro appelli. Gli agenti, infatti, sostengono di essere sotto organico e costretti a turni massacranti.
Il segretario regionale del sindacato Pantaleo Candido rincara la dose: “Chiediamo di ammettere le fatiscenti condizioni in cui versano i nuclei traduzioni con il personale allo stremo, il più delle volte umiliato a dormire nelle topaie messe a disposizione da alcuni istituti, con mezzi vecchi, fatiscenti e pericolosi”.
Senza dimenticare, le condizioni dei detenuti costretti a “vivere” in sei in delle celle che al massimo potrebbero ospitarne tre e in condizioni igienico – sanitarie precarie.
Con la visita del guardasigilli si auspica la presa di seri provvedimenti, se non per risolvere ma quantomeno migliorare le condizioni di sopravvivenza dei detenuti e del personale che opera all’interno del carcere.
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