Porto Cesareo (Le) – Si è celebrata ieri sera alle 18.30 nella Biblioteca comunale la “giornata della memoria”, organizzata dal Salotto Letterario “Le Scapigliate” in collaborazione con gli Scout di Porto Cesareo.
Hanno aperto la serata due bambini che hanno raccontato, con tutta l’ingenuità e l’emozione proprie della fanciullezza, un libro che avevano letto con le loro mamme. Il titolo del libro è “Il treno di Sara” e narra la storia di una bambina e del suo amico pettirosso ai tempi della Shoah.
Subito dopo alcune scout hanno rappresentato con la danza e con la mimica dei messaggi forti l’augurio che l’anima di tutte le vittime dell’Olocausto possa “rinascere” un giorno e che la violenza di genere non possa più ripetersi.
Proprio su questo punto, infatti, era incentrato l’insegnamento di una degli educatori Scout: che il giorno della memoria non ha senso se lo ricordiamo una sola volta all’anno; ogni giorno in casa, a scuola, con gli amici dobbiamo ricordarci di rispettare gli altri e non alimentare la paura o lo scherno della diversità, perché è questo che porta al razzismo e alla
violenza. Dobbiamo avere bene in mente ciò che è successo, per far sì che non si ripeta.
A questo punto, tutto il pubblico in sala è stato invitato a cantare insieme ai ragazzi che avevano preparato una canzone in lingua ebraica, il cui testo era proiettato su immagini che raccontavano la vita dei più piccoli nei campi di concentramento. Il titolo della canzone era “Gam gam”, una canzone della tradizione ebraica e che le maestre insegnavano a cantare ai loro bambini ad Auschwitz, per non far morire in loro la speranza in un futuro migliore.
La manifestazione si è conclusa con due testimonianze molto emozionanti di due giovani ragazzi di Porto Cesareo, che hanno avuto l’occasione di salire su quel treno che ogni anno parte dal sud Italia e porta migliaia di ragazzi a visitare i campi di sterminio di Auschwitz: “esperienze – come dicono i ragazzi con gli occhi lucidi di lacrime – che non si possono raccontare; momenti, atmosfere, odori che si possono solo vivere e che ti segnano per tutta la vita.”
Noi, intanto, nel nostro piccolo abbiamo il dovere di impegnarci a educare le nuove generazioni e sperare che un orrore simile non si ripeta mai più.
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