2023, Majed, un uomo con una piccola attività, un semplice negozio di abiti, una vita tranquilla e una famiglia tipica composta dalla moglie e due figlie: Anila e Rimsha, sette e nove anni. Un frastuono nella notte ha rovinato tutto, un forte rimbombo che ha contaminato l’aria con quel seme di morte, quel forte boato che ha rovesciato la vita di tutti coloro che trascorrevano il tempo a vivere. Un mondo, quello di Anila e Rimsha, stravolto da interessi secolari che non danno pace a questo popolo. Quella notte Majed ha preso in braccio la sua famiglia, portandola via in una piccola voragine di terra per poterle proteggerle, in una voragine dove il tempo si è fermato per dare sfogo alla cattiveria umana. Majed ha condotto i suoi cari in quel bunker lontano dal tempo, rinunciando alla sua vita per la vita stessa.
Le bombe cadono come pioggia in quelle che un tempo erano strade lastricate di gioia, in quella città che regalava dignità e sicurezza alla sua splendida famiglia di cui andava fiero. Quella voragine di terra oggi è la loro casa, è il loro nuovo habitat. Un piccolo buco in terra fatto di cemento armato, dove Anila e Rimsha non possono più rincorrersi in giochi di bimbi ormai scordati, e l’unico svago è poter uscire dieci minuti all’aria aperta per poter respirare libertà, quella libertà negata da adulti dispettosi che si divertono a fare la guerra. Majed è stato richiamato alle armi, deve salutare la sua famiglia, non sa se ritornerà, non sa se potrà un giorno sentire nuovamente il profumo delle sue figlie, di sua moglie, il profumo di casa. Majed deve partire per la guerra, deve munirsi di oggetti di morte, senza badare a nulla per poter sopravvivere. Saluta la sua famiglia, sa che potrebbe essere l’ultima volta, sa che potrebbe essere l’ultimo giorno di respiro su questa bella e allo stesso tempo nefasta terra. Le bombe cadono come grandine, trasformando la città in crateri lunari, in terre abbandonate da Dio. Majed è pronto, Majed guarda sua moglie negli occhi, ringraziandola in quello sguardo silenzioso, di avergli donato la felicità.
Sa che tutto cambierà per sempre e la sua vita di un tempo sarà solo un ricordo felice, ma nonostante tutto ringrazia Allah perché ha potuto vivere momenti spensierati in cui la vita è stata cortese con lui. E’ arrivato il momento di andare, Majed è pronto, si allontana lentamente dal bunker voltandosi un’ultima volta, mostrando alla sua famiglia, che le lacrime di un uomo non hanno bisogno di essere mascherate dalla pioggia.