La vita e l’opera del poeta, scrittore e drammaturgo francese, hanno assunto nel tempo i caratteri del mito e della “leggenda Genet”, eroe e santo di un mondo in decadenza, interprete naïf e insieme intellettuale dei propri turbamenti. “Les Nègres”, scritto nel 1958, è un atto d’amore e di battaglia poetica non solo in nome dei Neri, ma del diverso, dell’altro, dei dannati della terra, dei reprobi. Contro l’immobilità di un sistema retto da leggi sociali immutabili e dalla “comunicazione sovrana”, i negri di Genet sono spinti da una lucida crudeltà e una lingua facinorosa che taglia obliquamente l’ascolto: violento è il significante, violento il significato. La chiave scenica e drammaturgica è quella dell’antirealismo. Il dramma non è riflesso né copia della realtà, ma un insieme di apparenze illusorie e di travestimenti che intrappolano l’uomo con gli «stessi distorti riflessi della sua immagine» (Edoardo Sanguineti).
L’operazione di riscrittura e riduzione drammaturgica vede confluire i tredici personaggi dell’opera originale in quattro figure, di cui restano riconoscibili i poli opposti, la disparità numerica, gli strumenti di controllo e repressione. La messinscena portata al parossismo si dichiara sin dall’inizio un grande falso, un teatro dell’inganno, un gioco di specchi tra colpevoli. Ciò che conta nella cruda clownerie, nella crudele buffoneria, è distrarre lo spettatore dal dramma sociale che si svolge altrove, alimentando ininterrottamente il suo odio.
L’evento nasce in collaborazione con Ritualis – associazione culturale. Info e prenotazioni (anche Whatsapp) – 3488553947 – 329 740 8908.