Squinzano (Le) – La splendida cornice di Villa Cleopazzo, gioiello architettonico di un secolo fa circa a Squinzano, ha ospitato i ragazzi della Compagnia teatrale locale Ghèfiura. L’associazione artistico-culturale operante sul territorio ora con i suoi allievi è stata presentata da Alessandro Garofalo per esibirsi in occasione del Saggio di fine rassegna con lo spettacolo “Miseria e nobiltà”, una pièce di Eduardo Scarpetta risalente al 1887 e interpretata nel 1954 sul piccolo schermo dall’indimenticabile Totò. Il riadattamento dell’opera in dimensioni “artigianali” in realtà doveva essere proposto al pubblico nel 2019, ma a causa del Covid, la commedia brillante è stata rinviata con risultati lusinghieri nella cittadina del nord Salento.
Il presentatore evidenzia un particolare, ovvero il significato etimologico del termine Ghéfiura e cioè “passaggio” tra passato e presente, riproponendo nell’occasione i due tempi, considerato che i piccoli artisti si esibiscono portando vecchi temi della celebre opera teatrale. Due famiglie una aristocratica e l’altra di non altrettanto lignaggio si incontrano a causa di colui che tutto muove, in questo caso l’amore, che dopo caos e travestimenti orchestrati dal furbo della situazione, mette d’accordo tutti.
Insuperabili i ragazzi nell’immedesimarsi sui capisaldi della commedia napoletana, al centro il soddisfacimento del primo bisogno umano, la fame, la prima motivazione sociale umana poi, l’aggregazione e l’elemento risolutore che la fa da padrone, la dea fortuna, adorata dai partenopei, che permette un provvidenziale rivolgimento della condizione a vantaggio degli sventurati.
Un epilogo felice sulle e dietro le scene, dato che la regista Mariluce Vespucci, forte dei quindici anni di vita della Compagnia squinzanese, si mostra assai grata alle sue creature le cui performances hanno superato le aspettative, assicurando ilarità e consensi per il futuro dei giovanissimi attori.
La rappresentazione comica sarà portata il 15 luglio a Lendinuso, per la gioia dei cultori del genere e la riconferma sotto i riflettori degli allievi che non sono da meno nell’esultare per il conquistato successo. Lo stesso pubblico acceso di gioia, chissà quanto ve ne fosse bisogno!, trasportato com’era dall’entusiasmo contagioso dei giovani attori, bravissimi altresì nell’intonare la cadenza napoletana. Il tutto in un contesto così reale contornato dalla tipica tarantella di Napoli che chiude e apre gli atti. E, ciliegina sulla torta per questi amatori delle arti teatrali candidati ai posteri, la pergamena offerta dal sindaco Mario Pede che, complimentandosi, ha invitato i piccoli artisti e i genitori, artefici materiali delle vesti sceniche, alla cura dell’arte, segno di sviluppo e crescita in una comunità micro e macro che si rispetti .