Si è spento oggi, a Torino, Giorgio Faletti. Aveva 63 anni.
Contro il cancro si combatte ma il più delle volte si perde; è una bestia a mille teste che divora il corpo e la vita di chi purtroppo non riesce a sconfiggerlo. Giorgio Faletti muore a soli 63 anni. L’abbiamo sempre immaginato come l’uomo bionico che sprigionava emozioni vere. Cabarettista, attore, cantante, scrittore, compositore di musiche, paroliere, sceneggiatore, pittore: era tanto, era sempre un qualcosa di travolgente, ogni suo movimento o idea s’insinuava nella mente di chi sapeva apprezzarlo.
In modo coraggioso e silenzioso ha combattuto la battaglia più dura contro un avversario che non rispetta le regole e ti ruba la vita. Ha alzato le mani al cielo dopo pochi mesi; ha tentato di curarsi a Los Angeles in uno dei centri più importanti per la lotta contro i tumori. Poi era ritornato in Italia, e dopo l’ennesima crisi era stato ricoverato all’ospedale Molinette.
Con lui va via il maestro di tanti scrittori contemporanei, di tante persone che grazie al suo esempio hanno approcciato con il mondo più assurdo in assoluto: quello della scrittura. Un mondo formato da una sola e tortuosa strada in salita che regala a pochi la vetta. Lui era il più vero di quelli che sono riusciti a toccare l’apice, e resterà il maestro per quanti, come chi scrive, hanno cercato fin dal primo libro di coglierne l’essenza.
Nonostante la sua duttilità e la sua bravura nell’essere artista poliedrico, vogliamo ricordare più di tutto i suoi libri che sono dei capolavori disegnati con parole semplici: Io uccido (Baldini & Castoldi,2002), Niente di vero tranne gli occhi (Baldini Castoldi Dalai, 2004), Fuori da un evidente destino (Baldini Castoldi Dalai, 2006), Io sono Dio (Baldini Castoldi Dalai, 2009), Appunti di un venditore di donne (Baldini Castoldi Dalai, 2010), Tre atti e due tempi (Einaudi, 2011).
E con una frase tratta da “Niente di vero tranne gli occhi ”, vogliamo augurare al maestro un viaggio sereno, non sappiamo verso dove, ma sappiamo che ha smesso di soffrire: “Non sono uno sciocco da pensare che tutto potrà essere come prima, né di cercare di farlo credere a te. Ma se mi concedi una considerazione per niente originale, affidati al tempo e alle persone che ti vogliono bene. Non serve a cambiare le cose, ma aiuta a sopportarle. Se ti servo, sai che io sono qui”.
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