Privati della possibilità di vivere nel proprio habitat naturale e di soddisfare le proprie necessità biologiche e comportamentali, gli animali del circo sono condannati ad una triste esistenza.
Riceviamo dal Presidente WWF di Terra d’Otranto, prof. Salvatore Ferreri e pubblichiamo.
Maglie (Le) – In questi giorni ha fatto sosta a Maglie per proporre i suoi spettacoli il circo itinerante di Marina Orfei che, come purtroppo avviene nella maggioranza delle compagnie operanti in Italia, si affida ancora ai “numeri” con animali selvatici addestrati come richiamo principale per il pubblico pagante.
Il problema è che gli animali selvatici addestrati per esibirsi nei circhi non conservano nulla delle caratteristiche e dei comportamenti che contraddistinguono i loro simili in natura: privati della possibilità di vivere nel proprio habitat naturale e di soddisfare le proprie necessità biologiche e comportamentali, sono condannati ad una triste esistenza, sottoposti a privazioni e coercizioni per essere assoggettati al volere dei loro padroni umani e costretti a comportamenti che ne umiliano la loro più profonda natura, il tutto solo per il “divertimento” del pubblico.
Alla durezza dell’addestramento si aggiungono inoltre gravi ripercussioni sul piano pedagogico ed educativo a danno dei bambini, che sono i principali fruitori delle manifestazioni circensi (oltre che dei giardini zoologici, degli zooparchi, dei delfinari e di altre strutture che vivono delle “esibizioni” di animali) e che dalla frequentazione dei quali non possono maturare un’autentica cultura del rispetto e dell’amore per tutte le forme viventi che condividono con noi l’esistenza sul pianeta, mai come oggi così necessaria in un momento storico in cui si manifestano sempre più gli effetti nefasti della dissintonia tra esseri umani e mondo naturale.
Il rifiuto per l’impiego di animali selvatici addestrati nei circhi non dovrebbe nemmeno più essere motivo di disaccordo in una società civile. E non implica di per sé una condanna della realtà circense in quanto tale. Al contrario, da critici severi della società dei consumi di massa e dell’industria dell’entertainment, non possiamo che vedere con favore la sopravvivenza ed il rilancio di forme tradizionali (e romantiche) di spettacolo ad espressione comunitaria (intesa sia dal punto di vista della produzione che da quella della fruizione) tra le quali il circo occupa un posto preminente. Applaudiamo, con tutto il pubblico, le esibizioni straordinarie di giocolieri, trapezisti, acrobati, equilibristi, le esilaranti messe in scena dei clown, i divertenti numeri di animali (come i cani) che godono da sempre del gioco in compagnia dei loro amici umani.
Ma vorremmo vedere gli animali selvatici lasciati finalmente in pace, liberi di vivere le loro esistenze nei loro habitat naturali e in accordo con la loro vera natura. Da lungo tempo esistono innovative e felici esperienze di compagnie circensi, come il Cirque du Soleil, il Cirque Éloize ed altri, che entusiasmano pubblici sempre più folti con i loro spettacoli assolutamente privi di esibizioni “bestiali”.
In attesa che la nostra legislazione nazionale, e quelle regionali, recepiscano questa nuova sensibilità che va facendosi strada nella coscienza dell’uomo moderno (e che è già stata recepita in numerosi Paesi nel mondo) si è chiesto al Sindaco di Maglie di vietare la sosta sul territorio comunale di circhi con animali selvatici, sull’esempio, peraltro, del Comune di Lecce.
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