Novoli (Le) – L’istinto di compiere il proprio dovere sempre, la voglia del giusto, il coraggio … Il rumore d’uno sparo, una vita spezzata e una famiglia meravigliosa rimasta da sola a fare i conti con dei “perché” senza risposta.
Sono passati 25 anni da quel tardo pomeriggio del 29 dicembre 1988. In via Roma a Novoli c’era una gioielleria: quella di Igino Metrangolo. In quegli anni di florido commercio, spendere dei soldi in oro era d’uso comune tra i commercianti di Novoli che in quei giorni ultimavano i regali per l’Epifania.
Tre malviventi fecero irruzione nel locale. Carmelo Arcuti, 38 anni, poliziotto in servizio a Lecce, conosciutissimo in un paese in cui diecimila abitanti si conoscono uno per uno, era fuori e notò qualcosa che non andava; entrò nel locale per capire e si ritrovò faccia a faccia con i banditi.
Il rumore, la paura che si trasformava in terrore, in dolore … Fasi concitate, il tentativo dell’eroe novolese di bloccare uno dei balordi, uno sparo … I rapinatori fuggirono via, con la refurtiva, a bordo di una macchina che li attendeva fuori dal locale.
E poi il nulla condito dall’assenza più grande: quella di un uomo coraggioso che, seppur fuori servizio, tentava di fare il suo dovere. E qui ritorna alla mente una frase detta da un’altra vittima della cattiveria umana: “Guardate come muore un Italiano”. All’Assistente Capo Carmelo Arcuti venne riconosciuta la Medaglia d’Oro al Valor Civile
Novoli non ha mai dimenticato Carmelo Arcuti, dedicandogli una via, quella in cui accadde uno dei delitti più brutti che il paese della Fòcara ricordi.
Domani, 30 dicembre, alle 10:30, sarà celebrata una messa in memoria dell’eroe novolese presso la Chiesa Madre, in piazza Aldo Moro.
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