Lecce – Non trovano pace i lavoratori di Comdata Lecce. Dopo l’annosa e ancora irrisolta questione parcheggio, per la quale i politici di turno paventano esilaranti soluzioni, gli impiegati del call center si ritrovano a combattere con le mosche.
Sì, parliamo del fastidioso e sudicio insetto che ormai alberga a sciami nei due locali. Una situazione che si protrae ormai da un paio di settimane, i due padiglioni denominati Lecce 1 e Lecce 2 sono letteralmente invasi dalle mosche come testimoniano le foto.
Le più colpite sono le sale break che ospitano le macchinette automatiche e cestini da pranzo che gli impiegati portano da casa. Ma non è forse un diritto di tutti lavorare in un ambiente pulito e salubre? Le mosche non sono certo indicatore di ciò, tutt’altro.
Di recente l’area che si trova comunque in una zona periferica, è stata oggetto di derattizzazione. Ciò, ovviamente, non ha impedito che si annidassero le larve, essendo l’intervento mirato ad altro.
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Ma allora perché restare seduti dalle sei alle otto ore con le cuffie alle orecchie mentre decine e decine di mosche ronzano in testa? Perché non disinfestare l’area interna come banalmente e comunemente si fa? Forse perché per un call center che gestisce grandi commesse tra cui Vodafone e Sky, le quali registrano un volume di chiamate in ingresso altissimo, è complicato chiudere per 72 ore. Ma è mai possibile che non esistano comunque soluzioni alternative, meno invasive e tossiche?
Voci di corridoio affermano che i sindacati abbiano chiesto l’intervento della ASL, ma nulla appare certo e nessuna azione mirata è stata ancora compiuta.
Si spera, comunque, che la dirigenza intervenga autonomamente per rendere nuovamente salubre i due ambienti prima che qualcuno chiami gli ispettori sanitari creando, a tutti, non pochi disagi.